In una piccola isola del litorale Pacifico, in pieno XX secolo, si verificò un evento la cui grandezza ricorda certi fatti straordinari raccontati nelle Sacre Scritture!
Fra’ Sebastián Correa Velásquez, EP
“Ufficiale – Circolare – Urgente. Bogotà, 6 febbraio 1906. Governatori, per ordine dell’Eccellentissimo Signor Presidente trascrivo seguenti notizie: Tumaco, 31 gennaio. Oggi alle 10 del mattino terribile terremoto. Alcune case crollate; baracche sprofondate; vari magazzini distrutti. […] Panico generale, poiché il mare minaccia terribilmente”.1

Apparizioni della Madonna a Ipiales, sono segno di predilezione della
Divina Provvidenza per il Dipartimento di Narinho
Basilica della Madonna di Las Lajas, a Ipiales; in evidenza,
Sant’Ezechiele Moreno y Díaz intorno all’anno 1898
Con questo drammatico telegramma inviato dalla capitale in tutto il paese, la Colombia prendeva atto di quanto era successo a Tumaco, isola del litorale sudovest, poco abitata a quel tempo: un movimento sismico di grandi proporzioni preannunciava l’arrivo di un devastante tsunami! E non era la prima volta che un’onda gigante minacciava di sommergerla…
Un’isola castigata dal mare
Due secoli prima, nel 1738, Don Pedro Vicente Maldonado, governatore dell’antica provincia di Esmeraldas, cui apparteneva l’isola, descriveva la realtà che gli si presentava visitando la città: “Tumaco era lontana sei leghe” – misura che equivale a circa 5,5 km – “dalla costa […]. Aveva tre quarti di lega di circonferenza, il terreno era sabbioso, con alberi da frutto, e il mare, poco prima, aveva dissotterrato i defunti seppelliti nella chiesa. Contava 300 abitanti…”.2
Quante volte le acque avranno castigato questo territorio insulare? La cosa curiosa è notare che nel 1906 l’isola contava duemilacinquecento abitanti, e dodici anni dopo, pur essendo passata per varie catastrofi, la popolazione già superava il numero di 22 mila… Per caso che la sua gente fosse attratta dal rischio?
Un pittoresco racconto dell’epoca, elaborato da uno scrittore naturale della regione, sembra rispondere a questa domanda, quando descrive la relazione che c’era tra il mare e quelle isole: “Nate, abbellite e già abitate dalle creature, questo Saturno3 spietato comincia a volerle ingoiare. Muta il corso delle sue correnti per coglierle di sorpresa; solleva onde anomale per attaccarle da dietro; si agita nel suo letto di conchiglie e coralli questo mostro irrequieto, per strapparle da sopra di sé, come se gli facessero il solletico, come le mosche sul dorso di un cavallo. Allora gli uomini incauti, che hanno costruito sulla sabbia, alzano le loro grida al Cielo e fanno memoriali al governo”.4

AIn genere, uno tsunami segue a un terremoto sottomarino che registra una grande magnitudine nella scala Richter. Quello che ha colpito Tumaco nel 1906, di gradi 8.8 Mw, fu “considerato uno dei più forti mai registrati nella storia sismica del mondo. […] Si avvertì in tutta la zona Pacifica e Andina della Colombia ed Ecuador”.5
Certamente i fondatori della cittadina non sapevano che a 100 km dalla spiaggia, nelle profondità oceaniche, si trovava la principale faglia sismica del territorio colombiano… Se lo avessero saputo forse ci avrebbero pensato due volte prima di stabilirsi lì. Forse Dio lo avrà permesso per manifestare, in modo mirabile, quanto la sua protezione si prodighi su quelli che in Lui confidano.
Regione graziata da Dio
Nella prima mappa della provincia, elaborata nel 1749, appare Tumaco già caratterizzata da un radicato fervore cattolico: un insieme di 15 case attorno a una chiesetta.
A circa 200 km da Tumaco, nel dipartimento del Nariño, si trova Ipiales, città favorita dalla presenza miracolosa della Madonna de Las Lajas. Sopra la grotta, sulle cui pareti la misteriosa immagine fu trovata incisa nella pietra, nel 1754, è stato eretto un santuario, nel quale migliaia di fedeli ricevono innumerevoli favori soprannaturali, fino ai nostri giorni.
Nel 1888, Nariño ricevette un gruppo di missionari agostiniani recolletti, provenienti dalla Spagna. In testa a loro c’era il sacerdote Ezequiel Moreno Díaz che, poco tempo dopo il suo arrivo, fu nominato Vescovo della Diocesi di Pasto, cui era legata Tumaco. L’instancabile zelo per le anime di questo missionario agostiniano lo elevò all’onore degli altari: nel 1975 sarebbe stato beatificato da Paolo VI e, nel 1992, Papa Giovanni Paolo II lo avrebbe inserito nel catalogo dei Santi.
Tuttavia, una delle maggiori prove della predilezione divina per questa regione si relaziona proprio con il celebre evento di Tumaco.
Misteriosa preservazione dalle acque del maremoto
Il seguente racconto, pubblicato dagli esperti del servizio geologico colombiano sulla catastrofe sismica del 1906, ci lascia con un punto di domanda sull’arrivo dello tsunami nella città.

Essi mostrano che dopo che una prima onda si era dispersa rompendosi con violenza contro due isolotti, “arrivò una seconda onda, la quale ugualmente passò senza causare danni. Tuttavia, non tardarono a notare che una delle due isole che proteggevano la città era stata rasa al suolo dal mare. Varie case localizzate sulla costa furono demolite dall’onda, altre furono fortemente danneggiate, ma non ci fu nessuna vittima”.6
Invece, sulla costa del continente la situazione fu molto differente. “A una distanza da 80 a 100 km c’erano molti abitati e piantagioni che furono distrutti, senza eccezione, come pure quelli situati lungo vari fiumi, la maggior parte, probabilmente, a causa della grande onda che seguì al terremoto. La perdita in vite umane si stima per un totale da 500 a 1000. Tuttavia, è probabile che la cifra esatta non si conoscerà mai”.7
Come spiegare che località vicine e anche altre molto distanti furono devastate dalle acque del maremoto, e di Tumaco appena si dice che il movimento sismico “lasciò distrutte e danneggiate alcune case”?8
Fra Bernardino García de la Concepción, anch’egli agostiniano recolletto responsabile della provincia di Panama, nel nordovest colombiano – molto distante dall’epicentro –, racconta che la sua città “era nel punto di massima bassa marea e, all’improvviso – io l’ho visto –, arrivò l’alta marea che oltrepassò il porto, entrando nel mercato e trascinando ogni specie di casse; le imbarcazioni più piccole furono lanciate a grande distanza”.9
Si vede con ogni chiarezza che Tumaco fu risparmiata dall’inondazione che si generò intorno a sé. A cosa si dovette una tale misteriosa preservazione?
Imminenza di un tragico cataclisma
Alcuni anni prima di tali avvenimenti, due agostiniani recolletti furono designati dal santo Vescovo di Pasto, Mons. Ezequiel Moreno Díaz, per prendersi cura delle anime in quei paraggi. Essi erano fra Gerardo Larrondo di San José, nominato parroco di Tumaco, e fra Julián Moreno di San Nicolás di Tolentino.
Fino al 31 gennaio 1906 avevano esercitato il loro ministero senza grandi difficoltà, presso un popolo di accentuata propensione religiosa. Ciò nonostante, la mattina di quel giorno, alle 10:36, la terra tremò in modo terribile, facendo crollare tutte le statue che erano venerate nella chiesetta parrocchiale. Presi dal panico, i fedeli corsero incontro ai religiosi, chiedendo loro di organizzare una processione per implorare a Dio protezione in questa emergenza.
I sacerdoti cercarono di calmare la moltitudine, infondendo in loro fiducia. Ma quando giunse la notizia che il mare era già indietreggiato di 1 km dalla spiaggia, capirono di essere nell’imminenza di un tragico cataclisma.
L’immensa onda si fermò
Don Larrondo si affrettò verso la chiesa e, avvicinandosi al tabernacolo, prese un’Ostia grande consacrata e un ciborio per proteggerla. Si diresse rapidamente presso il popolo e, ostentando l’Ostia, esclamò: “Andiamo, figli miei! Andiamo tutti verso la spiaggia e che Dio abbia pietà di noi!”.10 La moltitudine, prima assalita dal panico, si vide presa da un coraggio inesplicabile e, senza esitare, andò in direzione del pericolo, spinta dalla presenza di Gesù Sacramentato e dalla fede del suo pastore.
Presto don Larrondo si trovava a calpestare il terreno prima bagnato dalle acque. Nella spiaggia, i parrocchiani non cessavano di pregare, mentre intravvedevano, da lontano, uno spaventoso muro d’acqua che avanzava ad alta velocità. Attoniti, poterono contemplare come il sacerdote, aspettando impavido che l’onda si approssimasse, sollevava in alto la Sacra Specie e con essa tracciava un grande segno della Croce…

in una città di quasi 200mila abitanti
A sinistra veduta aerea dell’isola di Tumaco oggi; a destra, la Chiesa Parrocchiale
di Sant’Andrea (sopra), la Sede della Prefettura Apostolica (sotto) fotografate
rispettivamente nel decennio del 1910 e 1930.
Momento indimenticabile! Se nel Mar Rosso di altri tempi le acque si aprirono, qui “l’onda avanzò un altro po’ e, prima che don Larrondo e don Julián capissero quello che stava accadendo, la popolazione, commossa e assorta, si mise a gridare: ‘Miracolo! Miracolo!’. L’immensa onda che minacciava di distruggere l’abitato di Tumaco si fermò repentinamente, come bloccata da una forza invisibile, più grande di quella della natura, mentre il mare riprendeva il suo stato di normalità”.11
Ai singhiozzi di terrore subentrarono lacrime di gioia, e don Larrondo ordinò che si portasse in fretta l’ostensorio, per intronizzare in esso la Sacra Ostia, due volte miracolosa. Percorse allora, con tutta pompa, le vie e i dintorni della città salva dallo sterminio. A partire da questa data, il popolo cominciò a riunirsi nel luogo del fatto tutti gli anni, per ringraziare dello stupendo miracolo realizzato dalla presenza del Santissimo Sacramento, comparabile in grandezza – osiamo dire… – a quelli che si trovano raccontati nelle Sacre Scritture!
1 MEYER, Hansjürgen (Org.). Nosotros, Tumaco y el ambiente: un texto para reconocer el sitio en que vivimos. Bogotá: Ministerio del Interior y de Justicia de Colombia, 2005, p.24.
2 Idem, p.25.
3 Questa divinità della mitologia romana, come si sa, divorava i propri figli.
4 TRIANA, Miguel. Por el sur de Colombia. Excursión pintoresca y científica al Putumayo. Bogotá: Biblioteca Popular de Cultura Colombiana, 1950, p.34.
5 GONZÁLEZ URBINA, Francisco Javier; SÁNCHEZ PASTAS, María Carolina. Evaluación de amenaza por tsunami. Trabajo de grado para optar al título de ingeniero civil. Bogotá: Pontificia Universidad Javeriana, 2011, p.193.
6 RUDOLPH, Emil; SZIRTES, Sigmund. El terremoto colombiano del 31 de enero de 1906. Publicaciones ocasionales del OSSO (Observatorio Sismológico del Sur Occidente) Nº 1. Cali: Universidad del Valle, 1991, p.8.
7 Idem, ibidem.
8 GONZÁLEZ URBINA; SÁNCHEZ PASTAS, op. cit., p.194.
9 CORRO DEL ROSARIO, OSA, Pedro. Agustinos amantes de la Sagrada Eucaristía. 3.ed. Monachil: Santa Rita, 1957, p.237.
10 Idem, p.235.
11 MELONI, Sergio. Les Miracles Eucharistiques dans le monde. Paris: François- Xavier de Guibert, 2009, p.140-141.
(Rivista Araldi del Vangelo, Giugno/2015, n. 145, p. 36)
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