
L’autore del racconto è il giovane Gianluca Signorile, uno dei partecipanti al pellegrinaggio.
Nel giorno di Natale la chiesa militante, quella penitente e quella trionfante intonano ad una sola voce il nome di Gesù, il Dio fatto uomo, che 2019 anni è Nato per cambiare definitivamente la storia dell’umanità. Difficile trovare un modo migliore per prepararsi se non quello di gettarsi nelle braccia di Maria. Così proprio pochi giorni prima del 25 dicembre siamo partiti per un pellegrinaggio con l’idea di immergerci nell’atmosfera Santa del Natale. La meta principale è stata, senza dubbio, la Santa Casa di Nazaret a Loreto dove ha proprio avuto inizio l’esistenza nel tempo di Nostro Signore, quando Maria dicendo il suo Sì, nel giorno dell’Annunciazione, è diventata la Madre delle cose “ricreate” utilizzando un espressione di Sant’Anselmo.
La provvidenza ci ha donato la possibilità di celebrare il 23 dicembre una Messa proprio nella Santa Casa, accompagnati da una liturgia che a “pennello” raccontava gli avvenimenti avvenuti nel luogo dove Nostro Signore ha fatto i suoi primi passi tra le mani della Mamma Celeste e del Suo Sposo Verginale.L’omelia di Padre Carlos Werner, nello specifico, ha accostato il luogo dove eravamo presenti fisicamente agli avvenimenti evangelici e questo ha toccato il cuore di alcuni fedeli, visibilmente commossi.
Pioggia di grazie è caduta dal cielo ma già dal primo giorno di questo breve e intenso pellegrinaggio tutto già sembrava andare per il meglio quando, il 20 dicembre, arrivati al Santuario di San Gabriele dell’Addolorata siamo stati accolti da uno stupendo arcobaleno. Certo non siamo davanti ad un vero e proprio miracolo ma quando quasi in contemporanea nella città di Bari all’arrivo della statua della Madonna di Loreto gli arcobaleni nel cielo sono stati ben due, parlare di casualità sembra quasi un po’ forzato. Facciamo però un passo indietro temporalmente quando partendo da Roma venerdi 20 dicembre in direzione Loreto, una tappa quasi “obbligatoria” ci è sembrata essere la visita al corpo del “Santo Del Sorriso”. Sulla tomba di San Gabriele della croce patrono della gioventù cattolica Italiana abbiamo pregato perché i nostri ragazzi riconoscano il vero valore del Vangelo e mai lo rinneghino a beneficio di un mondo che può trascinarli dove la vera felicità non c’è. In questo caso è il Fratello Fernando Pio a raccontarne la biografia, ricordando che in un primo momento prima di diventare totalmente fedele a Dio, San Gabriele era venuto meno ad alcune promesse fatte a Nostro Signore. E’ questo che vogliamo imparare da lui, essere più forti della nostra pigrizia e lottare per Cristo, donandoci integralmente ognuno nel suo stato di vita che si parli per esempio di una moglie, di un sacerdote o di uno studente.
Proprio parlando di studenti il santo che viene alla mente è senza dubbio San Giuseppe da Copertino, il suo corpo è venerato ad Osimo proprio a pochi passi da Loreto. Avendo passato,quindi , due giorni di preghiera nei pressi della Santa Casa ci è sembrato d’obbligo andare a trovare colui che in vita ha forse più volato che camminato. Le continue estasi di San Giuseppe da Copertino ne testimoniavano quanto costui fosse staccato dai beni materiali e avesse il suo maggiore interesse in Dio, proprio come afferma il primo comandamento. Purtroppo ogni cosa che iniziamo in questa terra finisce e anche questo pellegrinaggio è giunto al termine, il 23 dicembre sera si è fatto ritorno a Roma con un pizzico di Nostalgia ma con tanta forza di volontà per affrontare qualsiasi sfida che Dio pensi giusta per noi.Insomma, insegnamenti straordinari, luoghi Santi anzi Santissimi hanno riempito i nostri giorni rendendoci più ricchi di tutti quei valori che veramente contano, in una società sempre più lontana da Dio tutto questo è una autentica boccata d’aria.
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