
Si realizzerà il prossimo mese, a Città del Messico, il VI Incontro Mondiale delle Famiglie. Mons. Enrique Glennie Graue, Segretario Generale di questo evento, ci prepara a seguirlo meglio.
Si realizzerà il prossimo mese, a Città del Messico, il VI Incontro Mondiale delle Famiglie.
Qual è il tema centrale proposto ai partecipanti?
Il Santo Padre ha indicato per quest’Incontro un tema molto speciale: La famiglia, formatrice di valori umani e cristiani. È questo un compito fondamentale della famiglia, poiché essa deve essere considerata come la prima comunità di vita e amore, formatrice di persone ed educatrice nella Fede. I valori non sono teorici ma reali nella misura in cui diventano vita.
L’onestà, per esempio, esiste appena come teoria, come concetto; essa comincia ad essere un valore nel momento in cui una persona la vive nella realtà. I valori fanno parte della vita e le modalità in cui la vita deve essere vissuta si apprendono nella famiglia. Inoltre, i valori non possono essere solamente umani, devono essere cristiani, ispirati dal Vangelo, con una motivazione evangelica. I valori cristiani, infatti, vengono definiti come virtù.
Quali sono gli obiettivi dell’Incontro?
L’incontro cerca di dare un’opportunità alle famiglie affinché prendano coscienza di se stesse, della loro importanza, dei valori che amministrano e delle loro conseguenze, in modo che si impegnino seriamente per questi valori. È anche molto
importante considerare che nella Chiesa non abbiamo dato alla famiglia tutta l’importanza che essa ha, per questo è necessario suscitare un genuino interesse per la pastorale familiare. Il Cardinal Norberto Rivera Carrera ha scritto una lettera, che è stata molto elogiata da ‘L’Osservatore Romano’, diretta ai sacerdoti dell’Arcidiocesi di Città del Messico, particolarmente ai parroci, facendo loro vedere qual è il significato dell’Incontro Mondiale delle Famiglie e invitandoli ad essere protagonisti di questa promozione della pastorale familiare.
Che cos’è difendere la vita?
La vita non è esclusivamente naturale, biologica. I coniugi non devono solo generare, ma anche “darsi vita”. E “darsi vita” significa amarsi. Una coppia che non è aperta alla vita, oltre a non essere aperta a generare un figlio, non è aperta a “darsi vita” reciprocamente. Non è aperta a vive re la gioia, la felicità, la fede. ‘espressione del matrimonio è l’espressione della vita. uando si dà la vita biologica ai figli, nasce naturalmente un’apertura per questo “darsi la vita”. Ne consegue la difesa della vita, perché quale premura migliore c’è del proteggere i propri figli? Io dico sempre ai genitori: “La miglior cosa che voi potete dare ai vostri figli è il vostro amore di sposi.
Non il padre da un lato e la madre dall’altro. L’ amore tra voi due è quello di cui necessitano e sperano”. Definitivamente e fondamentalmente, si tratta di questo.Non può esserci vita in senso pieno solamente per il fatto che è avvenuto un processo biologico; questo non significa essere padre, essere madre. Dar vita è, soprattutto, dare amore. Molti matrimoni si disfano proprio perché non c’è vita, e non si può, allora, formare la famiglia.
I coniugi hanno molte difficoltà per vivere, oggi, i principi che lei ha appena commentato…
Come per tutte le cose importanti, questo comporta fatica. La famiglia, l’amore, i valori, tutto questo esige uno sforzo. Considerando l’aspetto intimo, esistono i limiti umani; nel matrimonio si possono manifestare le dimensioni personali più eccelse, più elevate, più spirituali… e le più umane, nel peggior senso del termine. Tutti noi portiamo una carica genetica buona e un’altra cattiva; tutti abbiamo limiti, difetti, propensioni verso cose negative e verso cose positive.
Per quanto riguarda i condizionamenti esterni, esistono influenze contrarie e la tendenza di sempre è quella di attribuire la colpa all’altro. Colpevolizziamo il governo, una catastrofe naturale, o diamo la colpa a Dio. Dobbiamo per forza dare la colpa a qualcuno. In realtà, non si tratta di attribuire la colpa a qualcuno, ma di riconoscere quali sono i problemi.
Quali sarebbero le influenze contrarie?
Si potrebbe iniziare dai mezzi di comunicazione. La televisione esalta l’infedeltà e gli antivalori. Per esempio, in una telenovela la sposa è presentata come la brutta, la nevrotica, la noiosa ed è vista con queste caratteristiche da milioni di persone … Con la semplice pubblicità, si deformano i valori: per vendere un frigorifero, viene presentata una bella ragazza, per vendere un profumo si dice che servirà ad affascinare qualcuno. Si tratta, in realtà, di un continuo bombardamento di elementi negativi contrari al matrimonio.
Nella società, sempre o quasi sempre si ironizza sul matrimonio. Tutti vogliono sposarsi, ma quando qualcuno si sta incamminando verso il matrimonio, si dice: “Ah, ti vai a suicidare!…” Ci sono molti detti contrari al matrimonio anche a livello dirigenziale e imprenditoriale. Esistono, inoltre, ambienti maschili dove le donne vengono escluse e nei quali molto facilmente si separano le coppie. Sono realtà sociali in cui gli uomini stanno da una parte e le donne dall’altra, dove le une ironizzano su se stesse e gli altri le prendono in giro. Poveretto chi resta al fianco di sua moglie! Questo è contrario al matrimonio, è contrario alla famiglia.
Lei ha un messaggio da dare ai lettori?
Ai lettori del mondo intero, invio questo messaggio: che si preparino a riflettere su come ogni famiglia potrebbe essere migliore, che lavorino per fare una migliore e più effettiva pastorale familiare in tutto il mondo! Un’idea nostra – voglia Dio che possiamo realizzarla! – è che nell’Incontro le famiglie si impegnino d’ora in poi a vivere i valori cristiani. Un impegno al quale tutte le famiglie – giovani, di mezza età o anziane – potranno partecipare, attraverso i mezzi di comunicazione. “Impegniamoci a vivere i valori evangelici nelle nostre famiglie”.
Monsignor Enrique Glennie Grau è nato il 16 settembre del 1947, a Città del Messico. È stato ordinato sacerdote il 20 maggio del 1972. È Vicario di Agenti di Pastorale e Segretario Generale del VI Incontro Mondiale delle Famiglie.
(Revista ARALDI DEL VANGELO, Dicembre/2008, n. 68, p. 24 – 25)
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