Sono davvero numerosi i miracoli aventi San Biagio per protagonista. Ecco i più noti

Tanti i miracoli riguardanti San Biagio. Si narra che mentre egli veniva condotto alla città per presentarsi al cospetto dell’imperatore, si sparse rapidamente la voce del passaggio del Vescovo-prigioniero in quelle zone, tanto che molti accorrevano per salutarlo, essere guariti, consolati e per ognuno di loro, il Santo aveva una parola, un sorriso, una carezza confortevoli. A implorare il suo aiuto ci fu anche una donna che, piangendo, teneva tra le braccia il figlio morente, chiedendo a San Biagio di guarirlo. Al ragazzo gli era rimasta conficcata una spina di pesce in gola e, dopo inutili tentativi di soccorso, stava morendo. Il Vescovo pose le sue mani sopra il corpo esanime del giovane che, rapidamente, tornò in vita. Tossendo, il ragazzo sputò la spina e fu sanato. Biagio disse che tutti coloro che lo avessero invocato nelle tribolazioni della malattia, avrebbero ricevuto il suo aiuto.

Un altro miracolo ha per protagonista una povera vecchia che si era allevata un maialino col quale sperava di vincere la fame ma un lupo glielo prese, portandoselo nel bosco. La donna accorse sulla via dove passava Biagio prigioniero, chiedendoli come avrebbe fatto a sfamare i suoi figli. Ma Il futuro Santo le disse di non temere e che avrebbe riavuto il suo porcello. Così accadde. Di lì a poco, il lupo, mansueto, riportò alla donna il suo animale. La signora che per sua grazia aveva riavuto il suo porcello, quando seppe che Biagio era imprigionato, uccise l’animale, portando in prigione il capo e le zampe dl maialino oltre ad una candela fatta di sego. Il Santo, accettando il dono, le disse di offire ogni anno, in una chiesa edfiicata in suo onore, un pane e una candela. Osservando questo voto, sarebbe stata bene in salute.

Nella Basilica di San Biagio a Maratea, a destra della regia cappella dedicata al Santo, si trova una palla di ferro, inesplosa, sparata dai cannoni francesi durante la Resistenza di Maratea nell’assedio del dicembre 1806. Su di essa sono visibili le impronte che, secondo la tradizione, sono quelle delle dita della mano destra di San Biagio. Si narra anche che nel 1542, la città di Salemi, in provincia di Trapani, e le campagne circostanti, vennero invase dalle cavallette che distrussero tutti i raccolti, procurando fame e carestia. I salemitani pregarono San Biagio, protettore di messi e cereali e il Santo li liberò dal flagello.