
In un certo senso, questa santa è una personificazione della Chiesa dell’America Latina:
immersa in sofferenze, sprovvista di mezzi materiali e di un potere significativi,
tuttavia presa dall’intimo ardore e zelo causati dalla vicinanza di Gesù Cristo.
Chi conosce questa frase: “Cristo è la mia forza, la Preghiera è il mio baluardo, la Fede il mio scudo” tende a giudicare che sia il detto di un cavaliere medievale, il motto di un crociato pieno di religiosità, o ancora la testimonianza di un intrepido guerriero timoroso di Dio.
E non vi è sproposito alcuno in questo giudizio. Perché questa affermazione accesa fa parte di una delle preghiere preferite di una persona che, in realtà, fu una lottatrice alla presenza dell’Altissimo, una conquistatrice di anime per Dio, una combatente mistica “presa dall’intimo ardore causato dalla vicinanza di Gesù Cristo”.
– Allora, chi fece un così ardito annuncio?
Una fanciulla! Fanciulla fragile, persistente, sofferente, obbediente, pura. Una giovane che fin da piccola ebbe una grande attitudine alla preghiera, alla meditazione e al servizio dei più bisognosi. Una giovane che ancora bambina vide il suo nome cambiato a causa della sua grande bellezza, fragilità e tenerezza. E chi fu questa fanciulla?
Isabella, che divenne Rosa di Santa Maria…
Il suo nome di battesimo era Isabel Mariana de Jesus Paredes Flores y Oliva….
Era discendente di conquistatori spagnoli, fu la terza di undici figli della prospera coppia Gaspar de Flores, uno spagnolo che prestava servizio presso il Viceré del Perù come archibugiere, e di Maria de Oliva, una distinta signora che viveva a Lima.
Isabel nacque nella Vila de Quives, nella città di Lima, capitale del Perù, il 30 aprile 1586.
A casa dei suoi genitori viveva una india che si chiamava Mariana. Come serva, costei aiutava la Signora Maria de Oliva nei servizi domestici ed era molto servizievole. Un giorno in cui tutta la famiglia era riunita, Mariana si rivolse a Isabel esclamando: “Sei bella come una rosa!”.
Tutta la famiglia udì questa affermazione e tutti concordarono con la fedele india. Da questo episodio sorse il soprannome di “Rosa”. La straordinaria bellezza di Isabel fu il motivo del cambiamento del suo nome. Sua madre stessa, nel vedere quel viso rosa e bello iniziò a chiamare sua figlia “Rosa”.
Da Isabel, ella divenne Rosa. E un giorno la stessa bambina fece capire come voleva essere chiamata: Rosa di Santa Maria.
Più tardi ancora, Isabel Mariana de Jesus Paredes Flores y Oliva divenne nota in tutto il mondo con il titolo che la Santa Chiesa le diede: Rosa da Lima, o meglio, Santa Rosa da Lima!
“Dedicami tutto il tuo amore…”
Fin da piccola Rosa dimostrò di avere grande attitudine alla preghiera e alla meditazione. Cercava di vedere nella bellezza delle cose create i riflessi della saggezza, della bontà di Dio. E molto presto rivelò di essere un’anima predestinata: divenne una grande devota di Nostra Signora. Ad ogni istante ricorreva alla protezione sicura della Santa Vergine Madre di Dio.
Rosa crebbe con la pia abitudine di pregare davanti ad un’immagine della Vergine Maria con in braccio il Bambino Gesù. Un giorno, mentre era assorta nelle sue preghiere, la giovincella udì una voce che proveniva dalla piccola immagine di Gesù:
– “Rosa, dedicami tutto il tuo amore…”
Ella non ebbe dubbio: quell’appello veniva da Dio. Sentendolo prese la decisione di dedicare totalmente a Nostro Signore un amore esclusivo. Soltanto a Lui avrebbe dedicato il suo amore, il suo amore sarebbe stato soltanto di Gesù. E così fu fino alla fine dei suoi giorni
La sua grande bellezza, unita alla buona formazione ricevuta e alla fama di essere la ragazza più virtuosa e dotata della città, fece sì che i giovani, tra i più ricchi e distinti cavalieri di Lima e dintorni, si interessassero di lei e le si avvicinassero con il desiderio legittimo e sincero di costituire una famiglia.
Ella, tuttavia, si era già impegnata con lo Sposo delle Vergini. Era molto seria a questo riguardo e trovava la sua felicità in questo impegno. Per questo motivo soleva dire che “il piacere e la felicità che il mondo mi può offrire sono semplicemente un’ombra in confronto a ciò che sento”.
Al fine di evitare qualsiasi ripensamento riguardo la sua decisione di dedicare a Gesù tutto il suo amore, affinché non fosse causa di tentazione per i ragazzi che la vedessero, e anche perché lei stessa non fosse bersaglio di tentazioni che la portassero a dimenticare la richiesta di Nostro Signore, Rosa prese una decisione radicale: tagliò i suoi lunghi e ben curati capelli e iniziò a coprire il suo bel viso con un velo.
Povera e senza risentimento
La famiglia di Rosa aveva buone risorse economiche. Ciò nonostante il padre doveva lavorare, prestando anche servizio al Viceré, al fine di mantenere la sua posizione economica e sociale.
Dovuto all’insuccesso occorso in un’impresa mineraria in cui Gaspar de Flores si era impegnato, la sua situazione finanziaria fu compromessa al punto tale che la famiglia perse tutto e divenne povera, arrivando quasi alla miseria. Per cui, Rosa crebbe nella povertà, e ancora adolescente, dovette lavorare sodo per aiutare la famiglia.
Ella lavorò come domestica, e inoltre durante il giorno lavorava in campagna come contadina, e fino a tarda ora cuciva, ricamava, faceva pizzi e broccati per poter aiutare la famiglia a provvedere al sostentamento della casa.
Rosa non dimenticava mai di fare le sue preghiere a causa dei lavori svolgeva. Trovava ancora il tempo per visitare spesso i poveri e gli infermi. E non si ribellava con la vita che era obbligata a fare. Sopportava tutto senza avvilirsi o deprimersi o essere triste.
Ed è per questo che si afferma che ella era allegra, che sapeva suonare l’arpa in maniera graziosa e che cantava belle canzoni con una voce dolce e melodica.
Miracoli, sofferenze e spirito missionario
Coloro che convissero con lei o scrissero la sua biografia affermano che, ancora in vita, era una grande intercedittrice presso Dio, e alla sua mediazione furono attribuiti avvenimenti e fatti prodigiosi.
Tra coloro che attestano la sua potente intercessione ancora in vita troviamo Fra Juan de Lorenzana che, oltre ad avere vissuto prossimo a Rosa, fu confessore della Santa. Ella aveva doni e carismi speciali, afferma.
A lei sono attribuiti miracoli di guarigioni, di conversioni, di propiziazioni di piogge e di mitigazione del tempo. Tutti sono unanimi nell’ammettere che furono le sue preghiere a impedire che Lima fosse invasa da pirati olandesi nel 1615. Benché le fossero state concesse esperienze mistiche inconsuete e il dono dei miracoli, non le mancarono mai difficoltà nella vita. In tutta la sua esistenza, la croce fu la sua compagna inseparabile.
Ella approfittò della sua vita crocifissa per partecipare, in certo qual modo, alle sofferenza del Divino Salvatore. Erano sofferenze molte volte giunte da incomprensioni gratuite e persecuzioni improprie, senza parlare delle sofferenze fisiche, degli acuti dolori causati da una lunga malattia che l’accompagnò fino alla fine dei suoi giorni.
Le sue sofferenze sembravano inspiegabili. E lei cercava di mostrare i suoi sentimenti e non sapeva come farlo: “Posso spiegarli soltanto con il silenzio” e ammetteva: “io non credevo che una creatura potesse essere colpita da così grandi sofferenze”. Infine, i suoi atteggiamenti dimostravano che, per amore di Dio, ella accettava pienamente tutto ciò che le veniva offerto dalla Provvidenza Divina:
– “Mio Dio, puoi aumentare le sofferenze, purchè aumenti il mio amore per te”, diceva lei in preghiera.
Rosa era particolarmente devota di Nostra Signora e chiedeva insistentemente alla Santa Madre di Dio la crescita della Chiesa, soprattutto tra gli indigeni americani.
Il suo amore apostolico per gli indios era così grande che in certa occasione affermò che, se non fosse stata una donna, sarebbe stata un missionario tra questi esseri anch’essi redenti dal sangue di Nostro Signore Gesù Cristo. Credeva che come missionario avrebbe potuto dedicarsi totalmente alla salvezza di tutti, avrebbe potuto fare per loro più di quanto già non facesse.
Una farfalla nei colori bianco e nero
Giunta all’età del matrimonio, ella preferì fare voto particolare di castità. Ciò dopo aver lottato contro il desiderio contrario dei suoi genitori. Volle quindi, per soddisfare un desiderio della sua anima, entrare nel convento di un ordine religioso, per vivere una vita consacrata a Dio.
Scelse allora l’ordine in cui le sarebbe piaciuto entrare. Il giorno della sua ammissione, mentre pregava davanti ad un’immagine di Nostra Signora, sentì che non riusciva ad alzarzi da dove si trovava, neanche con l’aiuto dei suoi fratelli.
In quell’istante si rese conto che si sarebbe potuto trattare di un avviso dei cieli; che ella non si doveva recare in quel convento dove era in procinto di entrare.
In quel momento fece una preghiera a Nostra Signora in cui si diceva totalmente sottomessa alla volontà divina. Sarebbe andata dove la volontà del Signore avrebbe voluto. Ciò fu sufficiente per far sparire completamente la paralisi e immediatamente riprese i movimenti, si alzò e camminò senza l’auito dei suoi fratelli.
A partire da quel giorno, Rosa, che si specchiava in Santa Caterina da Siena come modello di vita da seguire, iniziò a chiedere ogni giorno che, per intercessione della Santa, Nostro Signore le indicasse in quale ordine religioso sarebbe dovuta ingressare. Si accorse che ogni giorno, appena iniziava le sue preghiere, appariva una piccola farfalla bianca e nera. Senza disturbare il raccoglimento e la concentrazione di Rosa, il piccolo insetto volava da un lato all’altro mentre lei era in preghiera.
Per Rosa questo era un altro segnale di Dio. E fu sufficiente per far capire alla giovane dove avrebbe servito meglio Dio e i suoi fratelli: avrebbe dovuto ingressare nel Terz’Ordine della Congregazione di San Domenico, le cui vesti erano nei colori bianco e nero. I colori della piccola farfalla che la visitava ogni giorno erano gli stessi dell’abito di Santa Caterina da Siena, la santa alla quale era devota e che desiderava imitare. Nel 1606, a vent’anni, ingressò nel Terz’Ordine Domenicano.
Chiese il permesso per emettere i voti religiosi a casa e non nel convento. Una volta assecondata la sua richiesta prese i voti e passò ad appartenere ufficialmente all’Ordine di San Domenico. E scelse anche il suo nome di religiosa, che passò ad essere ufficialmente Rosa: Rosa di Santa Maria.
Un monastero nel cortile di casa
Nel cortile della casa dei suoi genitori edificò un eremo. Costruì per sé una piccola e stretta cella e passò a vivere una vita religiosa di austerità, di mortificazione e di abbandono alla volontà di Dio. Praticava la penitenza e castigava il suo corpo con digiuni costanti, consumando il minimo di cibo necessario alla sua sopravvivenza. Quasi non beveva acqua. Il suo letto era una tavola coperta con un sacco di stoppa.
Nella semplicità della vita laica che conduceva, fu modello di vita di penitenza, di purezza illibata , di preghiera perseverante e del continuo servizio spirituale e materiale per i fratelli. Portava cilici dolorosi e si racconta che utilizzava diverse volte un anello di argento simile ad una corona di spine. In un’epoca in cui ciò non era comune, Rosa comunicava ogni giorno.
Ella riuscì a bandire dalla sua vita ogni orgoglio, amore proprio e vanità, compiendo su di sè le parole del Cristo: “Colui che si umilia sarà esaltato”. Meditava spesso, e nel guardare il crocifisso diceva:
– “Signore, la Vostra croce è molto più crudele della mia”.
Nella vita austera, povera e allegra, il suo cuore volava. E nei suoi voli contemplativi ella ammirava la bellezza delle cose create ad immagine e somiglianza del Creatore, e a Lui rendeva lode, onore e gloria. Un verso da lei composto che spesso ripeteva in forma di preghiera dimostra com’era la sua anima e quali riflessioni aveva:
– Mio caro Signore, quant’è bello vedere nei fiori, e nel verde oscuro del frondoso ulivo, tutta la vostra bellezza. Com’è dolce sapere che volete benedirmi, e di giubilo il mio cuore riempire!
Di fatto, nella sua vita semplice e di abbandono alla volontà di Dio, raggiunse un alto grado di vita contemplativa e di esperienza mistica. Comprese in profondità il mistero della passione e morte di Nostro Signore Gesù Cristo. Le sue preghiere e penitenze riuscirono a convertire molti peccatori.
Rosa di Santa Maria fu estremamente generosa e caritatevole verso tutti, soprattutto verso gli indios e le persone di colore, a cui prestava i servizi più umili in caso di malattia. Spesso visitava gli infermi e i poveri.
Nozze eterne e canonizzazione
Ogni anno, in occasione della Festa di San Bartolomeo, Rosa passava tutta la giornata in preghiera. Quando le chiedevano perché quella data la lasciasse così contemplativa, facesse più preghiere, e perchè la collocasse ancora di più nelle mani di Dio, ella rispondeva in una maniera che non arrivava ad essere compresa bene.
– “È perché questo è il giorno delle mie nozze eterne”, diceva.
Ogni 24 agosto il fatto si ripeteva e coloro che le stavanno intorno continuavano a non capire. Ciò accadde fino al 1617. Rosa sopportava una grave infermità che non l’abbandonava. Il giorno di San Bartolomeo di quell’anno ella morì. Aveva soltanto 31 anni.
Come aveva annunciato, accadde ciò che aveva già predetto: il 24 agosto sarebbe stato il giorno del suo incontro eterno con Dio, sarebbe stato il giorno delle sue “nozze eterne” con Nostro Signore Gesù Cristo! Le sue ultime parole furono:
– Gesù è con me!
Tutto il Perù pianse la sua morte. Il suo funerale fu un’apoteosi. La sua tomba, i luoghi in cui visse e lavorò per la Chiesa, divennero ben presto luoghi di pellegrinaggio. Molti miracoli cominciarono ad accadere.
La beatificazione di Rosa di Santa Maria ebbe luogo nel 1667, già nel primo anno del pontificato del Papa Clemente IX. La sua canonizzazione ci mise un po’ a concretizzarsi. Il Papa Clemente X riluttava ad elevarla alla gloria degli altari.
Ma il Papa si persuase di doverla canonizzare dopo aver assistito ad una miracolosa pioggia di petali di rosa che cadde su di lui, e che tutti attribuirono all’azione della Beata Rosa di Santa Maria. Clemente X la canonizzò il 12 aprile 1671.
Rosa, la bambina che un giorno fu cresimata da San Turibio di Mongrovejo, divenne nota nel mondo cattolico come Santa Rosa da Lima. Era la prima donna dell’America a ricevere questo onore così eccelso. Santa Rosa da Lima è la patrona dell’America Latina e delle Filippine. (JSG)
Fonti:
– Cardinale Ratzinger: (Omelia nel Santuario di Santa Rosa da Lima, Perù, 19 luglio 1986). http://storico.radiovaticana.org/bra/storico/201008/417273_santa_rosa_de_lima_padroeira_da_america_latina.html Città del Vaticano -www.santarosadelima-rj.com.br/historia.htm –
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