«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: «O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo». Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: «O Dio, abbi pietà di me peccatore». Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato». (Luca 18, 10-14)

Naturalmente il perdono di Dio è sempre disponibile per un cuore pentito. Il luogo dove questo pentimento si invera e approfondisce (passa da “attrizione” a “contrizione”, dice il Concilio di Trento) è il Sacramento della Riconciliazione celebrato nella Chiesa che al tempo stesso sancisce oggettivamente e ufficialmente il perdono concesso da Dio. “Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro cui non perdonerete, non saranno perdonati” (Gv 20,22-23).

“Tutta l’opera di ritorno a Dio, o conversione o penitenza, è sotto l’azione dello Spirito che prepara e porta a compimento nella Chiesa la restaurata giustificazione già ricevuta una volta nel battesimo: “E’ la seconda tavola di salvezza dopo il naufragio della grazia perduta” (Tertulliano).

I MONACI DEL DESERTO AGGIUNGEVANO AI SALMI CHE PREGAVANO LA PREGHIERA DEL CUORE, CHIAMATA ANCHE “PREGHIERA DI GESÙ”

 La formula della preghiera del Cuore

 “Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio (Figlio del Dio vivente), abbi pietà di me, peccatore”

La parola: “peccatore” con il tempo fu aggiunta, esprime il pentimento e la confessione dei propri peccati.

La Preghiera è da ripetersi come un rosario al ritmo del respiro.

“La preghiera di Gesù, interiore e costante, è l’invocazione continua e ininterrotta del nome di Gesù con le labbra, con il cuore e con l’intelligenza, nella certezza della sua presenza in ogni luogo, in ogni tempo, anche durante il sonno. Si esprime con queste parole:

“Signore Gesù Cristo, abbiate pietà di me!”  –  “Kyrie Iesou Christe eleison!”

Chi si abitua a questa invocazione ne riceve gran consolazione e prova il bisogno di dire sempre questa preghiera; dopo un po’ di tempo, non può più vivere senza ed essa scorre in lui da sola. Comprendi ora cos’è la preghiera perpetua? 

La preghiera perpetua è lo sforzo incessante dello spirito umano per giungere a Dio.

Per riuscire in questo benefico esercizio, conviene chiedere spesso al Signore di insegnarci a pregare senza posa. Prega di più, e con più zelo; la preghiera ti farà capire da sé come può diventare perpetua; per questo ci vuole molto tempo.” Anonimo 

Il Nome di Cristo è potente ed è Cristo che ci comanda di utilizzarlo nelle preghiere, promettendo che agirà con particolare efficacia. “Qualunque cosa chiederete al Padre nel mio Nome”, dice ai suoi apostoli, “la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio Nome, io la farò” (Gv 14,13-14). “In verità, in verità vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio Nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio Nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena” (Gv 16,23-24).

Il  fondamento della preghiera del cuore è biblico:

“Ascolta Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze” (Dt  6, 4)

“lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi con gemiti inesprimibili e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito…”

(Rm 8, 26)

Il cammino della preghiera è prima di tutto un ascolto: “Ascolta, figlio” (Prol. Regola di San Benedetto): un ascolto che, dalla testa, scende nel cuore, per convertire la vita. Il “cuore” è il centro dell’ascolto. Il “cuore” è il centro dell’essere.

“Il giorno dopo si riunirono in Gerusalemme i loro capi, gli anziani e gli scribi, il sommo sacerdote Anna, Caifa, Giovanni, Alessandro e quanti appartenevano a famiglie di sommi sacerdoti. Li fecero comparire davanti a loro e si misero a interrogarli: «Con quale potere o in quale nome voi avete fatto questo?». Allora Pietro, colmato di Spirito Santo, disse loro: «Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato a un uomo infermo, e cioè per mezzo di chi egli sia stato salvato, 1sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato. Questo Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d’angolo. In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati». Vedendo la franchezza di Pietro e di Giovanni e rendendosi conto che erano persone semplici e senza istruzione, rimanevano stupiti e li riconoscevano come quelli che erano stati con Gesù.” (Atti degli Apostoli 4, 7-14)

Nella Sacra Scrittura leggiamo anche un´altra testimonianza:  “Infatti, chiunque invocherà il Nome del Signore sarà salvato” (Rm 10,13). “Gesù Cristo umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo Dio l’ha esaltato e gli ha dato il Nome che è al di sopra di ogni altro nome; perché nel Nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra” (Fil 2,8-10).

Il Nome di Dio: Gesù Cristo, il nostro Signore e unico Redentore è potente, lui ci soccorre, ma non sempre come ci immaginiamo noi! Lui ci ispira a prendere le giuste decisioni, a non peccare più, a riconciliarci con Dio, con la Chiesa, per essere salvati. tutto questo é opera di Gesù Cristo. Lui ci mette il santo timore di Dio nel cuore, Lui ci mette la volontà di cambiare vita. Lui é con noi e ci protegge, vuole che non ci perdiamo ma che siamo salvi. Ci vuole salvare! Spesso l´uomo neanche se ne rende conto, quando viene amato da Gesù. Il Suo Nome é preghiera. La preghiera del Cuore, ci aiuta e ci mantiene il Cuore uniti al Cuore di Cristo, questo ci rende più difficile cadere, e perderci. I Monaci, i grandi Padri del deserto pregarono la preghiera del cuore.

San´t Antonio il Grande che visse fra il III. e il IV. secolo, aveva sempre una preghiera sulle labbra e nel cuore e non solo i Salmi ( lui pregava tutti i 150 Salmi al giorno). La preghiera dei Salmi spesso veniva interrotta proprio con la preghiera del Cuore, con la preghiera di Gesù:

“Signore Gesù Cristo, figlio di Dio (figlio del Dio vivente), abbi pietà di me peccatore!” 

Anche quando lavoravano pregavano questa preghiera.

Specialmente chi non sapeva leggere i Salmi praticava la preghiera di Gesù, dato che è una preghiera facile da ricordare e piena di grazie.

Il Padre del deserto San´t Antonio, esorta i discepoli ad esercitarsi con il più grande zelo nella preghiera del cuore. 

Nella Vita di Ignazio Teoforo, vescovo di Antiochia, che ricevette la corona del martirio a Roma sotto l’imperatore Traiano, leggiamo: 

“Mentre lo si conduceva per essere consegnato alle bestie feroci, egli aveva incessantemente il Nome di Gesù Cristo sulle labbra; allora i pagani gli chiesero per quale motivo pronunciasse continuamente quel Nome. Il santo rispose che aveva il Nome di Gesù Cristo impresso nel cuore e che non faceva altro che confessare con la bocca colui che sempre portava nel cuore.”

Il santo martire Ignazio fu davvero un ‘Teoforo’ (in greco il nome significa ‘Portatore di Dio’), perché portava sempre nel cuore Cristo, meditandolo. Ignazio Teoforo fu discepolo del santo apostolo Giovanni ed ebbe nella sua infanzia il privilegio di vedere il Signore Gesù Cristo. Non v’è dubbio che l´apostolo Giovanni, il tanto amato da Cristo, insegnò la preghiera del cuore a Ignazio Teoforo e che in quel periodo fiorente del cristianesimo, questa preghiera la praticavano anche tutti gli altri cristiani. Si legge che in quei tempi tutti i cristiani imparavano a praticare la preghiera del cuore, chiamata anche preghiera di Gesù: anzitutto per la grande importanza di questa preghiera, anche per la rarità e il costo elevato dei libri sacri ricopiati a mano e per la poca gente che sapeva leggere e scrivere (gran parte degli apostoli erano analfabeti), anche perché questa preghiera è di facile uso. In generale le sacre preghiere non erano scritte, ma si trasmettevano in forma orale, allo scopo di proteggere quel grande atto liturgico dai sacrilegi dei pagani.

 Kyrie Iesou Christe eleison 

La Filocalia 

Letteralmente Filocalia significa: “amore della bellezza”, è una raccolta di testi

tradizionali sulla preghiera del Cuore, sopratutto sulla preghiera “solitaria”!

Gli Anacoreti egiziani praticarono questo tipo di orazione.

La Filocalia ci mostra una vita di ascetica e mistica dei primi Monaci e della Chiesa cristiana ortodossa. La “bellezza” (calia) è la bellezza infinita di Dio: «L’uomo nella Bellezza armoniosa diviene incandescente d’amore verso l’intero creato, ama gli uomini, gli uccelli, le bestie, i demoni. Prega per i rettili con pietà sconfinata. Pur condannato dieci volte al giorno al rogo, vive nell’amore degli altri, e non dice mai: basta!» (Isacco di Siria). 

Dio non è astratto; Egli si rivela e conversa con gli uomini nella nostra carne, una realissima conoscenza e comunione con Lui è possibile Bar 3, 36-38:

“36Egli è il nostro Dio, e nessun altro può essere confrontato con lui. 37Egli ha scoperto ogni via della sapienza e l’ha data a Giacobbe, suo servo, a Israele, suo amato. 38Per questo è apparsa sulla terra e ha vissuto fra gli uomini.”

Attraverso la preghiera di Gesù che diventa preghiera del cuore, questa unione è possibile. La Filocalia inquadra la « preghiera di Gesù » dominata da un costante richiamo alla sobrietà e all’ascesi ed è di aiuto contro una visione di fede troppo intellettualistica e razionalista. Ricordiamoci che Dio non è astratto (Bar 3, 37).

Consiglio di cuore la lettura delle “Piccola Filocalia”, aiuta ad approfondire e crescere nella dimensione spirituale e a trovare l´armonia tra azione e contemplazione come anche il libro:

“Racconti di un pellegrino russo”. È un Racconto di spiritualità orientale che suggerisce la preghiera di Gesù da ripetersi come un rosario al ritmo del respiro: “Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me, peccatore”.

Possibile scaricare i “Racconti di un pellegrino russo” e Filocalia I. con Scritti di San´t Antonio Abate ed altri, che pero non è da paragonare con: “La piccola Filocalia” che introduce alla preghiera di Gesù, la preghiera del Cuore e una profonda meditazione.