San Giovanni Crisóstomo. I sermoni di Giovanni duravano oltre un paio d’ore, ma il dotto patriarca sapeva usare con consumata perizia tutti i registri della retorica, non certo per vellicare l’udito dei suoi ascoltatori, ma per ammaestrare, correggere, redarguire.

Niente, nemmeno il mondo intero, vale il prezzo di un’anima. Chi dà ai poveri un’immensa fortuna fa meno che convertire una
sola anima. È scritto: “Se saprai distinguere ciò che è prezioso da ciò che è vile, sarai come la mia bocca” (Ger 15, 19). Cosa eccellente è senza dubbio avere pietà dei poveri, ma nulla è così grande quanto strappare un’anima dall’errore, perché questo è rendersi simili a Paolo e Pietro.

A noi è dato succedere a loro nella predica- zione, non per affrontare, come loro, i pericoli, sopportare la fame, la peste e altri mali – perché viviamo in tempi di pace – ma per svelare l’ar- dore del nostro zelo. Anche senza uscire di casa, possiamo dedicarci a questo tipo di pesca. Chi, avendo un amico, un parente, un conoscente, procede così, adotta questo linguaggio, assomi- glierà a Pietro e Paolo. A Pietro e Paolo, dico? Sarà la bocca di Cristo: “Chi separa il prezioso da ciò che è vile sarà come la mia bocca”.

Se lui non persuade oggi, persuaderà domani; anche senza riuscire mai a persuadere, riceverà tutta la ricompensa. Se non persuaderà tutto il mondo, salverà per lo meno alcuni. Gli stessi Apostoli non convinsero tutti gli uomini, sebbe- ne si rivolgessero a tutti e furono ricompensati come se li avessero salvati tutti.

San Giovanni Crisostomo, Commento sulla Prima Lettera ai Corinzi