
– Museo del Prado, Madrid
In tutte le epoche storiche, specialmente in tempi di grandi crisi, la Provvidenza Divina suscitò anime che fossero oracoli viventi per indicare agli uomini la via della correzione, ammonirli per la loro cattiva condotta e prefigurare in qualche modo il futuro.
Questo è quanto si è verificato con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, illuminata e analizzata da Sant’Agostino, con il tramonto del Medioevo, annunciato da San Vincenzo Ferrer e con lo scoppio della Rivoluzione Francese, che chiude l’Età Moderna, prevista da San Luigi Grignion de Montfort. I nostri “tempi contemporanei, che sembrano nell’imminenza di chiudersi con una nuova crisi, hanno un privilegio maggiore. È venuta la Madonna a parlare agli uomini”1 nelle celebri apparizioni di Fatima, il cui centenario stiamo celebrando.
Oltre ad ammonire sui peccati dell’umanità, la Vergine Santissima ha annunciato ai tre pastorelli una nuova era nella Storia della Chiesa, così descritta da Mons. João Scognamiglio Clá Dias: “Fatima addita con tutta chiarezza ad un futuro di trionfo e di gloria, che sarà dato dopo la penitenza e la conversione degli uomini. Futuro questo che oltrepasserà le aspettative dei più speranzosi, poiché nessuno può immaginare l’apice di santità e bellezza che sarà raggiunto quando il Cuore Immacolato di Maria trasformerà le anime e intronizzerà in loro il suo Figlio Divino”.2
Fatima e il Santo Rosario
Nelle sette apparizioni avvenute tra maggio e ottobre 1917, la Santissima Vergine “spiega le ragioni della crisi e ne indica il rimedio”.3 E come potentissimi mezzi per ottenere la conversione richiesta, Ella segnala la devozione al suo Cuore Immacolato, la Comunione riparatrice dei cinque primi sabati e, soprattutto, la recita del Santo Rosario.
Su quest’ultimo punto la Madonna di Fatima ha avuto una maggiore insistenza. Infatti, in ciascuna delle apparizioni ha raccomandato ai pastorelli questa pratica, ma nel giorno 13 luglio fu più categorica, affermando: “Continuate a pregare il Rosario ogni giorno, in onore della Madonna del Rosario, per ottenere la pace del mondo e la fine della guerra, perché solo Lei potrà giovare loro”.4
E arrivata l’ultima apparizione, la “Signora, vestita tutta di bianco, più brillante del sole”5 raccomandò ancora una volta la recita quotidiana del Rosario e Si definì con queste parole: “Sono la Madonna del Rosario”.6
Quali tesori custodisce il Salterio di Maria, perché la Madonna insista tanto sulla sua recitazione? Perché Ella afferma che ci aiuterà solo come Madonna del Rosario per ottenere la pace? Addentriamoci un po’ di più nel contenuto di questa magnifica devozione plurisecolare, per conoscere i tesori che essa racchiude.
Dispensatrice di tutte le grazie
Maria Santissima è Colei “per mezzo della quale lo stesso Dio, nostro Re, ha disposto fin dall’inizio di realizzare la salvezza del mondo”.7
Non fu senza ragione che, in cima al Calvario, il Divino Redentore volle consegnarLa all’umanità come Madre, nella persona del Discepolo Amato: “Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: ‘Donna, ecco il tuo figlio!’. Poi disse al discepolo: ‘Ecco la tua madre!’” (Gv 19, 26-27).
Così, fu in funzione della “sua cooperazione nel sacrificio redentore di Cristo Gesù, e della sua maternità spirituale su tutti i redenti, che Maria acquisì i titoli di Mediatrice e Dispensatrice universale di tutte le grazie”.8
Dalle Nozze di Cana (Gv 2, 1-11) all’inizio della vita pubblica di Gesù, e le primizie della Chiesa nascente, quando gli Apostoli si riunirono con Maria nel Cenacolo (At 1, 14) in attesa della venuta del Paraclito che avrebbe dato loro forza e coraggio di compiere il mandato di Cristo di portare “il Vangelo a ogni creatura” (Mc 16, 15), proprio come nel corso dei tempi, la Madonna ha favorito in vari modi i suoi figli, concedendo loro mezzi efficaci per ottenere dalla sua materna intercessione le grazie di cui necessitano per il compimento della missione che Dio ha dato a ciascuno.

– Basilica di San Pietro, Vaticano
San Domenico e il Salterio di Maria
Uno dei momenti chiave del suo intervento si verificò nel XIII secolo, quando la cristianità era minacciata dalla terribile eresia degli albigesi, o catari, che infuriava in tutta Europa, nonostante lo sforzo compiuto dai Papi per contenerla. Domenico di Guzman era uno dei grandi difensori dell’ortodossia ed era stato designato per predicare nel Linguadoca, il centro principale del male, durante le più feroci battaglie combattute contro tale eresia.
Immerso nell’afflizione per il numero di anime che si allontanavano dalla retta via e preso da una mozione interiore, si recò in una foresta vicino a Tolosa per fare penitenza e implorare Dio ad aver compassione della sua Chiesa. Furono tre giorni e tre notti di austeri sacrifici, gemiti, lacrime e, soprattutto, preghiera.
Quando il suo corpo era sul punto di svenire, la Regina stessa del Cielo apparve risplendente, chiedendogli di quale arma la Santissima Trinità si fosse servita per riformare il mondo. Egli rispose che quest’arma era Lei stessa, Maria Santissima. Al che Ella redarguì: “Lo strumento principale di quest’opera fu il saluto angelico, che è il fondamento del Nuovo Testamento. Pertanto, se volete guadagnare questi cuori induriti a Dio, pregate il mio Salterio”.9
A partire da allora, San Domenico diede inizio alla diffusione della devozione al Rosario, e Maria Santissima iniziò a versare abbondanti grazie a coloro che lo recitavano, ottenendo numerose conversioni, un grande cambiamento nelle abitudini e la vittoria della Chiesa sull’eresia. E il Santo passò alla Storia come l’apostolo di questa devozione che unisce il Cielo alla terra.
Non esiste devozione più eccellente e meritoria
Infatti, l’eminente teologo mariano San Luigi Maria Grignion de Montfort insegna che fu “la Santissima Trinità che compose il Salterio della Santissima Vergine, il Rosario, perché è composto da Padre Nostro e Ave Maria”.10 E spiega il suo significato: “È suddiviso in tre rosari di cinque decine ciascuno. Primo, per onorare le tre Persone della Santissima Trinità; secondo, per onorare la vita, morte e gloria di Gesù Cristo; terzo, per imitare la Chiesa trionfante, aiutare quella militante e alleviare quella sofferente; quarto, per imitare le tre parti dei Salmi, la prima delle quali è per la via purgativa, la seconda per la via illuminativa e la terza per la via unitiva; quinto, per riempirci di grazia durante la vita, di pace nell’ora della morte e di gloria nell’eternità”.11
Se analizziamo i suoi Misteri Gaudiosi, Dolorosi e Gloriosi, vediamo che essi lo rendono un “compendio del Vangelo”. Il Rosario ci ricorda i principali episodi della vita del nostro Redentore”.12 Percorrere con la Madonna “le scene del Rosario è come frequentare la ‘scuola’ di Maria per leggere Cristo, penetrare nei suoi segreti, comprendere il suo messaggio. Una scuola, quella di Maria, ancora più efficace, quando si pensa che Lei ce la dà ottenendo per noi i doni dello Spirito Santo in abbondanza e, allo stesso tempo, proponendoci l’esempio di quel ‘pellegrinaggio della fede’, nel quale è maestra ineguagliabile”.13
Per tutto questo, comprendiamo meglio la rivelazione che la stessa Vergine fece al Beato Alano de la Roche: “Dopo il Santo Sacrificio della Messa, che è la prima e più viva memoria della Passione di Gesù Cristo, non c’è devozione più eccellente e meritoria del Rosario, che è come una seconda memoria e rappresentazione della vita e della Passione di Gesù Cristo”.14

Museo delle Belle Arti, Salamanca (Spagna)
Grande mezzo per raggiungere la perfezione
San Luigi Grignion,15 lui stesso esimio predicatore del Salterio mariano, cita alcuni esempi di Beati che non hanno mai abbandonato la recita del Rosario, trovando in esso la forza della loro virtù, come San Francesco di Sales, San Carlo Borromeo, San Tommaso di Villanueva, Sant’Ignazio di Loyola, San Francesco Saverio, San Francesco di Borgia, Santa Teresa di Gesù, San Filippo Neri, tra gli altri.
E per incoraggiarci a seguire il cammino di queste anime esponenziali, aggiunge “che il Rosario pregato con la meditazione dei misteri: primo, ci eleva insensibilmente alla perfetta conoscenza di Gesù Cristo; secondo, purifica le nostre anime dal peccato; terzo, ci permette di sconfiggere i nostri nemici; quarto, ci facilita la pratica delle virtù; quinto, ci infiamma d’amore per Gesù Cristo; sesto, ci consente di pagare i nostri debiti verso Dio e verso gli uomini; infine, ci ottiene da Dio ogni tipo di grazie”.16
Gli autori della vita spirituale sono unanimi nell’affermare che la meditazione sui misteri del Rosario è un notevole mezzo di perfezione. Ed è un errore pensare che questo sia una via esclusiva per il clero o per i religiosi.
Afferma lo stesso San Luigi Grignion che “se i religiosi e gli ecclesiastici sono tenuti a meditare sulle grandi verità della nostra Santa Religione per rispondere con dignità alla loro vocazione, i laici sono ugualmente obbligati, a causa dei pericoli che hanno quotidianamente di perdersi. Devono dunque armarsi con il frequente ricordo della vita, delle virtù e delle sofferenze del Salvatore, che ci rappresentano i quindici misteri del Rosario”.17
Devozione dei Sommi Pontefici
Fra Antonio Royo Marín, uno dei più celebri teologi domenicani del secolo scorso, assicura che “il Rosario è, senza alcuna discussione, la più eccellente delle devozioni mariane”.18 E, seguendo la sua abituale linea di chiarezza e progressività nel ragionamento, aggiunge: “Risulta dalla testimonianza della Vergine stessa, dal Magistero ufficiale della Chiesa e dalla sua struttura e contenuto teologico”.19
Per completare le nostre considerazioni, infatti, mancherebbe alludere all’apprezzamento che, nel corso dei secoli, praticamente la totalità dei Sommi Pontefici hanno dimostrato per il Santo Rosario e ricordare alcuni dei numerosi documenti del Magistero dedicati a elogiare questa devozione così profondamente radicata nel cuore dei fedeli, ma ciò prolungherebbe troppo il presente articolo.
Per questo motivo ci permettiamo di menzionare solo San Pio V, il papa del Rosario, che istituì la festa di Santa Maria della Vittoria il 7 ottobre in ringraziamento per l’intervento di Maria Santissima nella Battaglia di Lepanto e il suo successore, Gregorio XIII che dedicò lo stesso giorno alla Madonna del Rosario.

– Casa Re Davide, Caieiras (Brasile)
Indispensabile è anche ricordare San Giovanni Paolo II e la sua Enciclica Rosarium Virginis Mariæ, già citata, con la quale il compianto Papa del “Totus tuus” inaugurò l’Anno del Rosario, nel 2002.
Aurora del Regno di Maria
Nelle apparizioni di Fatima, la Madonna manifestò ai pastorelli, con umile chiarezza, quale fosse il desiderio di Dio: “Vuole stabilire la devozione al mio Cuore Immacolato nel mondo. A chi la accetta, prometto la salvezza e queste anime saranno amate da Dio, come i fiori messi da Me per adornare il suo trono”.20 Ed è il Santo Rosario conditio sine qua non per perseverare in questa devozione, come Ella ha tanto ripetuto.
Rispondere al messaggio portato dalla Madre di Dio significa, pertanto, lottare per essere, come dice San Luigi Maria Grignion de Montfort, “veri servi della Vergine Santissima che, come altrettanti San Domenico, vanno ovunque, con la fiaccola luminosa e ardente del Santo Vangelo in bocca e il Santo Rosario in mano, a latrare, come cani, ardere come fuochi e illuminare come soli le tenebre di questo mondo”.21 Se lo facciamo, presto vedremo all’orizzonte l’alba del trionfo del suo Cuore Immacolato.
E come “Gesù Cristo è venuto al mondo per intermediazione della Santissima Vergine, è anche per mezzo di Lei che Egli deve regnare nel mondo”,22 insegna ancora San Luigi Grignion. In questo modo, “il trionfo di Lei è il trionfo di Cristo. È il Regno di Maria, nel Regno di Cristo!”23
Abbandoniamoci al soccorso della Madonna e saremo certi che se rimarremo fedeli a Lei e al suo Santo Rosario, saremo testimoni di nuovi prodigi e del compimento della sua profezia. (Rivista Araldi del Vangelo, Ottobre2017, n. 173, p. 23 – 27)
1 CORRÊA DE OLIVEIRA, Plinio. Fátima: explicação e remédio da crise contemporâ- nea. In: Catolicismo. Campos dos Goytacazes. Anno III. N.29 ( Maggio, 1953); p.2. 2 CLÁ DIAS, EP, João Scognamiglio. Alla fine, il mio Cuore Immacolato trionferà! Mira: Associazione Madonna di Fatima, 2017, p.101. 3 CORRÊA DE OLIVEIRA, op. cit., p.2. 4 SUOR LUCIA. Memórias I. Quarta Memória, c.II, n.5. 13.ed. Fátima: Secretariado dos Pastorinhos, 2007, p.176. 5 Idem, n.3, p.173. 6 Idem, n.8, p.180. 7 SAN BERNARDO. In laudibus Virginis Matris. Hom. IV, n.8. In: Obras Completas. 2.ed. Madrid: BAC, 1994, vol.II, p.673. 8 CLÁ DIAS, EP, João Scognamiglio. Pequeno Ofício da Imaculada Conceição comentado. 2.ed. São Paulo: ACNSF; Lumen Sapientiæ, 2011, vol.II, p.125. 9 SAN LUIGI MARIA GRIGNION DE MONTFORT. El secreto admirable del Santísimo Rosario. Rosa II. In: Obras. Madrid: BAC, 1954, p.314. 10 Idem, Rosa VI, p.321. 11 Idem, ibidem. 12 CLÁ DIAS, EP, João Scognamiglio. Um Natal sob o signo do Rosário. In: Arautos do Evangelho. São Paulo. Anno I. N.12 (Dicembre, 2002); p.7. 13 SAN GIOVANNI PAOLO II. Rosarium Virginis Mariæ, n.14. 14 SAN LUIGI MARIA GRIGNION DE MONTFORT, op. cit., Rosa XXVIII, p.356. 15 Cfr. Idem, Rosa XXVI, p.353. 16 Idem, Rosa XXVII, p.353. 17 Idem, Rosa XXIV, p.350. 18 ROYO MARÍN, OP, Antonio. La Virgen María. Teología y espiritualidad marianas. 2.ed. Madrid: BAC, 1997, p.460. 19 Idem, ibidem. 20 SUOR LUCIA, op. cit., n.4, p.175. 21 SAN LUIGI MARIA GRIGNION DE MONTFORT. La oración abrasada. In: Obras, op. cit., p.599. 22 SAN LUIGI MARIA GRIGNION DE MONTFORT. Tratado de la verdadera devoción a la Santísima Virgen, n.1. In: Obras, op. cit., p.439. 23 CLÁ DIAS, Alla fine, il mio Cuore Immacolato trionferà!, op. cit., p.16.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.