San Rocco

Nacque a Montpellier, nel principio del regno di Filippo, il Bello, un gentiluomo di nome Giovanni. Sua madre chiamata Liberia, che chiese tante volte un figlio a Dio, mise tutte le cure per ispirargli la pietà cristiana dalla culla. Rocco, le cui inclinazioni si rivolgevano alla virtù, visse questa prima età in grande purezza di costumi, e abitò il corpo ancora tenero per sostenere l’astinenza e altre mortificazioni. Dopo aver perso il padre e la madre, all’età di vent’anni, si vide pieno di grandi ricchezze. Distribuì ai poveri tutto quello che poteva disporre, lasciò la gestione dei fondi della terra a uno dei suoi zii, partì dal paese e si diresse a Roma, come pellegrino e mendicante.

Quando attraversò la Toscana, seppe che la peste aveva raggiunto la città di Acquapendente: dunque ci si diresse volontariamente per servire ai malati. Seguì la peste a Cesena, a Rimini, e infine a Roma, servendo ovunque senza sosta i colpiti dalla malattia. Il suo desiderio era quello di offrire a Dio il sacrificio della sua vita in quel tipo di martirio. Dopo aver sacrificato diversi anni in varie città della Lombardia, si ammalò a Piacenza. Per non disturbare gli altri pazienti dell’ospedale, dalle grida involontarie provocati dai dolori senza fine, si trascinò a una capanna all’ingresso di una foresta. Un gentiluomo di nome Gottardo, che viveva nelle vicinanze, gli diede le cose necessarie per viverci. Dio ricompensò l’un e l’altro: diede a Rocco, perfetta salute e a Gottardo, comosso dagli esempi di virtù, decise che lascerebbe il mondo per servire Dio, nel ritiro.

San Rocco, fuori d’Italia, tornò al Languedoc, con l’abito del pellegrino e si ospitò in un villaggio che era appartenuto a suo padre e che proprio lui aveva dato a suo zio. Come si viveva un periodo di ostilità, si racconta che fu arrestato da una spia e portato alla corte di Montpellier, il cui giudice era suo zio stesso, e che lo mise in prigione, senza sapere chi fosse. Rocco, che aspirava solo a vivere nascosto in Dio, in mezzo a sofferenze e umiliazioni, rimase cinque anni in quella prigione, senza che nessuno si ricordasse di chiarire quella situazione, e senza che proprio lui raccontasse chi fosse.

Morì, secondo quello che si racconta, il 16 agosto 1327. La sua memoria diventò famosa per i miracoli che compì da allora, contro le epidemie. Il suo nome è stato iscritto nel Martirologio Romano, nel 16 agosto.

(Vida dos Santos, Padre Rohrbacher, Volume XIV, p. 13-14)