La festa dell’Assunzione ci invita a meditare sulla gloria ineffabile 
della Vergine Maria, il Paradiso di Dio. 

P. Pedro Morazzani Arráiz, EP 

Tanto più l’uomo cerca di approfondirsi nella conoscenza di Dio, tanto più comprende che non riuscirà ad abbracciarLo, tali sono le grandezze e i misteri che gli si presentano.

Il Creatore, che stabilisce le regole, si diletta a creare magnifiche eccezioni. La Teologia ci insegna che Tre creature non potevano essere create in grado più eccellente. La prima di queste è Gesù Cristo, Uomo-Dio: impossibile che sia più perfetto, nulla gli si dovrebbe aggiungere. La seconda è Maria: “quasi divina”, è l’espressione utilizzata da diversi teologi nel riferirsi alla Madre del Redentore. E infine la visione beatifica, il Cielo: il premio riservato ai giusti non potrebbe essere migliore né più grande. È lo stesso Dio che Si dà ai Beati!

Perché morì la Madre della Vita? 

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La pienezza delle grazie e delle perfezioni possibili ad una semplice creatura si trova in Maria Santissima. Secondo la bella espressione di Sant’Antonino, “Dio riunì tutte le acque e le chiamò mare, riunì tutte le grazie e le chiamò Maria”. Fin dall’eternità, il decreto divino stabiliva il singolarissimo privilegio del fatto di essere la Vergine Santissima libera dalla macchia originale. Privilegio proprio a Colei che avrebbe generato nel suo seno il Dio stesso.

Trascorsa la sua vita in questa terra, cosa sarebbe successo a nostra Madre?

Ella, che aveva dato alla luce, nutrito e protetto il Bambino-Dio e ricevuto nelle sue braccia verginali il Corpo martoriato di suo Figlio e Redentore, era pronta ad esalare l’ultimo respiro.Come avrebbe potuto passare per l’afflizione della morte quella Vergine Immacolata, mai toccata dalla più lieve ombra di qualsiasi mancanza?

Tuttavia, come il soave declinare del sole in un magnifico tramonto, la Madre della Vita cedeva la sua anima. Perché moriva Maria? Avendo partecipato a tutti i dolori della Passione di Gesù, non volle esimersi dal passare per la morte, per imitare in tutto il suo Dio e Signore.

Di cosa morì Maria?

Perfettissima era la natura della Vergine Maria. In effetti, afferma Tertuliano che “se Dio impiegò tanta cura nel formare il corpo di Adamo grazie al pensiero di Cristo che avrebbe dovuto nascere da lui, quante maggiori cure avrà avuto nel formare il corpo di Maria, dalla quale avrebbe dovuto nascere, non in modo remoto e mediato, ma in modo vicino e immediato, il Verbo Incarnato”? (1)

Inoltre, scrisse Sant’Antonino, “la nobiltà del corpo aumenta e si intensifica in proporzione alla maggior nobiltà dell’anima, con cui è unito e da cui è informato. Ed è razionale, poiché la materia e la forma sono proporzionate una all’altra. Pertanto, partendo dal fatto che l’anima della Vergine fu la più nobile, dopo quella del Redentore, è logico concludere che anche il suo corpo fu il più nobile dopo quello di Suo Figlio” (2).

All’anima santissima di Maria, concepita senza peccato originale e piena di grazia fin dal primo istante della sua esistenza, corrispondeva pertanto un organismo umano perfettissimo, senza il benchè minimo disequilibrio.

Come conseguenza della sua natura verginale, la Madonna fu immune a qualsiasi malattia e non fu mai soggetta alla degenerazione del corpo a causa dell’età.

Di cosa morì, poi, la Madre di Dio?

Il termine dell’esistenza terrena di Maria si dovette alla “forza del divino amore e al veemente desiderio di contemplazione delle cose celestiali, che consumavano il suo cuore” (3).

La Santissima Vergine morì di amore! San Francesco di Sales descrive in questo modo questo sublime avvenimento:

“Quanto attivo e potente (…) è l’amore divino! Nulla di strano se vi dico che Nostra Signora morì a causa di questo amore, perché portando sempre nel suo cuore le piaghe del Figlio, soffriva senza abbattersi, ma finalmente morì grazie all’impeto del dolore. Soffriva senza morire, tuttavia, infine, morì senza soffrire.

O, amore di passione! Se suo Figlio era in Cielo, il suo cuore non era già in Lei. Era in quel corpo che amava tanto, ossa delle sue ossa, carne della sua carne, e verso il Cielo volava quell’aquila santa. Il suo cuore, la sua anima, tutto era in Cielo: perché avrebbero dovuto rimanere qui in terra?

“Finalmente, dopo tanti voli spirituali, tanti rapimenti e tante estasi, quel castello santo di purezza e umiltà si arrese all’ultimo assalto dell’amore, dopo averne resistito a tanti. L’amore la vinse, e portò con sé la sua benedettissima anima” (4).

La Chiesa chiama questa morte di Maria, soave e benedetta come un bellissimo tramonto, con il nome suggestivo di “dormizione”, per indicare che il suo corpo non soffrì la corruzione.

Piena di grazia e piena di gloria 

Quanto durò la permanenza del purissimo corpo di Maria nel sepolcro?

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Non lo sappiamo. Ma secondo la tradizione la sua anima stette molto poco tempo separata dal suo corpo. E nella Costituzione Apostolica Munificentissimus Deus, il Papa Pio XII afferma: “Ella per privilegio del tutto singolare ha vinto il peccato con la sua concezione immacolata; perciò non fu soggetta alla legge di restare nella corruzione del sepolcro, né dovette attendere la redenzione del suo corpo solo alla fine del mondo”.

Così, risplendente di gloria, l’anima santissima di Nostra Signora riassunse il suo verginale corpo, rendendolo completamente spiritualizzato, luminoso, sottile, agile e impassibile.

E Maria – ovvero la “Signora di luce” – si elevò corpo e anima al Cielo, mentre le infinite legioni delle milizie angeliche esclamavano meravigliate nel contemplare la sua Sovrana mentre varcava le soglie eterne:”Chi è costei che sorge come l’aurora, bella come la luna, fulgida come il sole, terribile come schiere a vessilli spiegati?”.

E si udì allora una voce potente che usciva dal trono:”Ecco la dimora di Dio con gli uomini! Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il “Dio-con-loro”.

La Figlia beneamata del Padre, la Madre verginale del Verbo, la Sposa purissima dello Spirito Santo fu incoronata allora dalle Tre Divine Persone, per regnare nell’universo attraverso i secoli dei secoli “alla destra del Re” (Sl 44, 10).

Il dogma 

La verità di questa glorificazione unica e completa della Santissima Vergine fu definita solennemente come dogma di Fede dal Papa Pio XII, il 1º novembre 1950, con queste belle parole:

“Pertanto, dopo avere innalzato ancora a Dio supplici istanze, e avere invocato la luce dello Spirito di Verità, a gloria di Dio onnipotente, che ha riversato in Maria vergine la sua speciale benevolenza a onore del suo Figlio, Re immortale dei secoli e vincitore del peccato e della morte, a maggior gloria della sua augusta Madre e a gioia ed esultanza di tutta la chiesa, per l’autorità di nostro Signore Gesù Cristo, dei santi apostoli Pietro e Paolo e Nostra, pronunziamo, dichiariamo e definiamo essere dogma da Dio rivelato che: l’Immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo».

  1. L’Ascensione di Nostro Signore e l’Assunzione di Maria

È comune fare certa confusione di concetti riguardo all’Ascensione di Nostro Signore Gesù Cristo e all’Assunzione della Madonna. Il famoso teologo Fr. Antonio Royo Marin spiega la questione:

Non è esatta, quindi, la distinzione che stabiliscono alcune persone tra l’Ascensione del Signore e l’Assunzione di Maria, come se la prima differisse dalla seconda per il fatto di essere stata fatta grazie alla sua propria virtù o al suo potere, mentre l’Assunzione di Maria necessitava del concorso o dell’aiuto degli Angeli. Non è così. La differenza è che Cristo avrebbe potuto ascendere al Cielo grazie al suo proprio potere ancora prima della sua morte e della gloriosa risurrezione, mentre Maria non avrebbe potuto farlo – salvo per un miracolo – prima della propria risurrezione.

Tuttavia, una volta realizzata, l’Assunzione si verificò utilizzando la sua propria agilità gloriosa, senza la necessità dell’ausilio degli Angeli e senza alcun miracolo (“La Virgen María”, pp. 213-214).(Rivista Arautos do Evangelho, Agosto/2004, n. 32, p. 18 a 20)