Tenera devozione a Nostra Signora in tutti i momenti della vita e un
commovente appello alla Santità sono al centro dell’eredità
spirituale lasciata dal Papa Giovanni Paolo II.

Il Papa del Rosario, il Papa dell’Eucaristia, il Papa di Nostra Signora di Fatima, il Papa della Consacrazione a Maria, il Papa incentivatore della santità, il Papa dei movimenti laici, il Papa della preghiera – sono alcuni dei titoli che si potrebbero dare a Giovanni Paolo II. Sono molti gli aspetti del suo ricco pontificato ed alcuni di essi non hanno ricevuto la dovuta attenzione e li vogliamo ricordare qui.

La misericordia e lo scapolare del Carmine

Sarà stata una semplice coincidenza che il Papa Giovanni Paolo II sia morto dopo aver assistito ad una Messa della Festa della Divina Misericordia?

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Lui è stato un incentivatore di questa devozione, canonizzando Santa Faustina Kowalska – la veggente polacca deceduta nel 1930 – e riservando la seconda Domenica di Pasqua a questa festa. Gesù aveva chiesto di istituirla in questa data, in cui perdonerebbe tutte le colpe e le pene a chi si confessasse e ricevesse la comunione.

Ma questa non è l’unica “coincidenza”. Degno di nota è anche il fatto che lui sia morto di sabato – giorno collegato allo scapolare di Nostra Signora del Carmine – ed anche il primo sabato del mese, il che ci rimette alle richieste della Santissima Vergine a Fatima. Giovanni Paolo II usava lo scapolare che aveva ricevuto quando era ancora piccolo.

Benedetto Rosario di Maria

Era anche strettamente legato alle apparizioni di Maria ai Tre Pastorelli, arrivando persino ad attribuire la sua miracolosa sopravvivenza nell’attentato del 1981 all’intercessione della Vergine di Fatima. Teneva in alta considerazione le parole di Maria classificandole come uno “straordinario messaggio”, che continua a risuonare con tutta la sua forza profetica, invitando tutti alla costante preghiera, alla conversione interiore e ad un generoso impegno di riparazione dei propri peccati e di quelli di tutto il mondo”. Ma non è possibile parlare di Fatima senza ricordare la devozione di Giovanni Paolo II al Rosario. Già le prime foto scattate a lui, agli inizi del suo pontificato, lo mostravano spesso con il rosario in mano. Una delle sue ultime iniziative è stata quella di dichiarare l’Anno del Rosario e di pubblicare la Lettera Apostolica “Rosarium Virginis Mariae”, aggiungendo i “Misteri Luminosi” a questa devozione. Ha fatto sua la commovente supplica del Beato Bartolo Longo: “O Rosario benedetto di Maria, Catena dolce che ci rannodi a Dio, vincolo di amore che ci unisci agli Angeli, torre di salvezza, negli assalti dell’inferno, porto sicuro nel comune naufragio, noi non ti lasceremo mai più.Tu ci sarai conforto nell’ora di agonia, a te l’ultimo bacio della vita che si spegne”.

Fede ed entusiasmo per l’Eucaristia

Tuttavia, il suo rapporto con la Vergine Maria aveva una base ancora più solida, Quando era un giovane seminarista si era consacrato a Lei come “schiavo d’amore”, secondo la spiritualità di San Luigi Maria Grignion de Montfort. Quando è diventato Papa ha incluso nel suo stemma il motto Totus Tuus (Sono tutto Tuo) come segno di questa consacrazione.

Collegata alla devozione a Maria si trova la devozione all’Eucaristia come Giovanni Paolo II ha affermato nella Lettera Apostolica “Mane nobiscum Domine”. In questo documento ha insistito sull’importanza dell’Adorazione eucaristica, durante la quale dobbiamo riparare “con la nostra fede e il nostro amore le trascuratezze, le dimenticanze e persino gli oltraggi che il nostro Salvatore deve subire in tante parti del mondo”. Il 7 ottobre 2004, il mondo ha potuto contemplarlo in ginocchio durante la Messa e durante l’ora dell’Adorazione nel lancio dell’Anno dell’Eucaristia. È facile immaginare quanto abbia sofferto a causa del suo corpo indebolito. Tuttavia, lui ha voluto darci questo magnifico esempio di radicata devozione eucaristica.

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Lui desiderava “alimentare la fede e l’entusiasmo” per l’Eucaristia, vedendola omaggiata, venerata, adorata negli spazi pubblici: “La fede nel Dio che, incarnandosi, si è fatto nostro compagno di viaggio sia proclamata dovunque e particolarmente per le nostre strade e fra le nostre case, quale espressione del nostro grato amore e fonte di inesauribile benedizione”.

Ostentare senza il rispetto umano i segni della Fede

Con acuto discernimento, si è reso conto dell’azione dello Spirito Santo nei numerosi movimenti e associazioni laiche che sono nati un po’ dappertutto, portando nuovi carismi e nuovi metodi di apostolato per la Chiesa. Per il Papa essi rappresentano “un aiuto prezioso per una vita cristiana coerente alle esigenze del Vangelo e per un impegno missionario e apostolico”. Nell’Enciclica “Redemptoris missio”, raccomanda che questi movimenti crescano “soprattutto tra i giovani”.

Ed è stato soprattutto ai giovani che lui ha rivolto le parole “non abbiate paura!”, dette nella prima Messa domenicale presieduta come Papa, il 22 ottobre 1978. Molto si è scritto sul reale significato di questo appello, ma Giovanni Paolo II stesso si è incaricato di chiarirlo: un appello alla santità, alla testimonianza e all’evangelizzazione. Molte volte avrebbe detto ancora: “Non abbiate paura di essere santi!.

“In questo Anno dell’Eucaristia – ha scritto nella “Mane Nobiscum Domine” – ci si impegni, da parte dei cristiani, a testimoniare con più forza la presenza di Dio nel mondo. Non abbiamo paura di parlare di Dio e di portare a fronte alta i segni della fede”.

Ha insegnato anche attraverso il suo esempio personale 

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Giovanni Paolo II ci ha dato il suo esempio. Non ha avuto paura di affrontare i mali di oggi, riaffermando la dottrina perene della Chiesa contro l’aborto, l’eutanasia e il relativismo morale; tutelando i valori della famiglia e la dignità dell’essere umano; predicando la pratica della castità, come in quel memorabile giorno allo Stadio Nakivubo, in Uganda, nel 1993, quando ha detto ai giovani: “Il vincolo sessuale della castità è l’unico modo sicuro e virtuoso per porre fine alla tragica piaga dell’Aids che tante giovani vittime ha mietuto”.

Il Papa faceva vedere che, nonostante tutta la pressione contraria, la castità è una virtù accessibile a tutti.

Si deve sapere che l’Uganda è l’unico Paese dell’Africa in cui si sta vincendo la battaglia contro l’Aids . Qual è la formula di questo successo? La pratica della castità, stimolata dal governo, così come il Papa aveva consigliato.

Che coloro che formeranno il mondo del futuro non si dimentichino mai dell’appello che Giovanni Paolo II ha rivolto a loro durante la Giornata della Gioventù del 2000: “Giovani di tutti i continenti, non abbiate paura di essere i santi del nuovo millennio!”.

Madre Mariana Morazzani Arráiz, EP.