“Io sono il pane vivo, disceso dal Cielo… e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo” (Gv 6, 41-51).

Introduzione: 

In unione con tutta la Chiesa in Brasile, abbiamo scelto il tema per il quinto mistero luminoso del Rosario: l’Istituzione dell’Eucaristia, perché dal 13 al 16 maggio 2010 si svolgerà il XVI Congresso Eucaristico, il cui tema è “Eucaristia, pane dell’unità dei discepoli e missionari – rimane con noi, Signore!”

Prefazione: 

Mangiando il frutto proibito, i nostri progenitori hanno peccato e la morte è entrata nel mondo.

Attraverso un altro alimento, il “pane disceso dal cielo”, ci è stata restaurata la vita. Nell’Eucaristia, Dio si dona all’uomo come cibo, dando molto più di quanto avevamo perso!

I – Gesù è incompreso …

Come sarebbe possibile contestare le chiare affermazioni di Gesù sulla Sua divinità e disprezzare i Suoi attributi divini? Come aver qualsiasi dubbio rispetto a Nostro Signor davanti a dimostrazioni così evidenti: la guarigione di ogni sorta di malattie, il rilascio di possessioni diaboliche, la resurrezioni e altri tanti meravigliosi miracoli, tra cui la trasformazione dell’acqua in vino, o la moltiplicazione dei pani e dei pesci, che si è verificata poco dopo l’annuncio dell’Eucaristia?

Che cosa induceva i suoi contemporanei a un tale atteggiamento?

1 – Quando nell’uomo prevale la materia

La natura umana è un composto di spirito e materia – l’anima e il corpo – in cui vi è una gerarchia nella quale la parte spirituale deve governare quella materiale, e ciò avviene attraverso la pratica della virtù, con l’aiuto della grazia. Ma quando l’uomo si lascia dominare dalle potenze inferiori, le passioni disordinate esercitano una tirannia sulla parte più nobile ed elevata, e lui diventa una vittima della dipendenza. Nel primo caso, predomina lo spirito e consideriamo di essere davanti l’uomo spirituale; nel secondo, prevale la materia: si tratta dell’uomo carnale, materialista.

2 – Psicologia dell’uomo carnale:

Fermiamoci un po’ nel secondo caso e cerchiamo di descrivere alcuni aspetti della psicologia dell’uomo carnale, per capire meglio la durezza del cuore dei contemporanei di Gesù.

I materialisti sono orientati principalmente per il godimento sensibile della vita. I loro orizzonti intellettuali comprendono poco più della realtà concreta. Si direbbe di aver perso la capacità di guardare i fatti in tre dimensioni, passando all’osservazione a un solo piano, quello dei piccoli interessi personali ed immediati, senza la profondità di ciò che è eterno. Quindi non è in grado di catturare la realtà più elevata, dell’ordine soprannaturale.

Il materialista è un miope di spirito. Diventa incapace di alzare gli occhi ai vasti orizzonti della fede che Dio ci offre misericordiosamente.

3 – Visione deformata dei contemporanei di Gesù 

E’ questo atteggiamento distorto dello spirito che portava i contemporanei di Gesù a vederLo solo come il figlio del falegname Giuseppe, e nulla di più. Non erano in grado di ammirare e venerare le sue belle virtù, attraverso le quali si rivelava la Sua divinità, perché avevano lo spirito indurito e consideravano soltanto la realtà concreta, immediata e visibile. Non potevano ammettere che Colui che avevano visto crescere e che viveva tra di loro potrebbe essere Dio e uomo: “Come, poi, dice Egli: Sono disceso dal Cielo” (Gv 6, 42).

II – L’ostacolo principale per credere nell’Eucaristia

È da questa visione materialistica che viene l’incapacità di accettare il dono più grande di Dio all’umanità: l’Eucaristia!

Infatti, le realtà visibili sono immagini delle realtà invisibili e soprannaturali, come insegna San Paolo: “Dalla creazione del mondo, le perfezioni di Dio, la sua eterna potenza e divinità, diventano visibili all’intelligenza, per le sue opere” (Rm 1, 20). Ma per avere una tale visione dell’universo è necessario essere Adamo ed Eva.

Comunque, carnale e rivolto alla realtà concreta, gli ebrei non potevano capire quando si parlava di un “Pane disceso dal Cielo”, che gli porterebbe la vita eterna. Per loro, l’unico scopo era quello di sostenere la vita materiale e alimentare dell’uomo. Il loro intelletto non poteva raggiungere questa verità trascendente: nel creare l’uomo con la necessità di nutrire se stesso, Dio aveva in vista l’istituzione dell’Eucaristia, al fine di sostenere, attraverso il “Pane disceso dal Cielo”, la loro vita soprannaturale.

III – Il peccato originale è stato commesso dall’abuso di un alimento, e la salvezza eterna ci viene attraverso un altro: l’Eucaristia!

La nutrizione, oltre allo scopo immediato di mantenere la vita dell’uomo, ha anche un importante ruolo sociale: quello di unire le persone. Ad esempio, è intorno al tavolo che la famiglia si riunisce ogni giorno e mette in comune non solo il cibo, ma anche i sentimenti, gli ideali, il modo di essere e anche i problemi di casa. E’ sulla tavola che si sviluppa la conversazione ed i genitori hanno una delle migliori occasioni di istruire i figli.

1 – Il cibo favorisce l’unione di coloro che lo condividono

Il fatto di essere seduti tutti insieme per fare il pasto, stabilisce uno speciale legame di unione tra i membri di una famiglia, di un gruppo di amici o di una comunità religiosa, che va al di là del cibo stesso. Il cibo ha qualcosa che favorisce l’unione di coloro che lo condividono. I legami familiari, sociali o religiosi sono rafforzati e la vera amicizia si consolida.

E’ anche intorno al tavolo che si tengono le celebrazioni dei piccoli ou dei grandi eventi della vita.

2 – La morte è arrivata a causa dell’abuso del cibo

Anche nel Paradiso Terrestre, dove l’uomo aveva gli istinti in perfetta ordine, si potrebbe supporre che, se non ci fosse stato il peccato e la vita si sviluppasse normalmente, sarebbe anche intorno al tavolo che si svolgerebbero i momenti migliori della vita sociale e familiare.

E come il più grande dono di Dio per l’umanità sarebbe dato in forma di cibo, è attraverso di un elemento nutriente che il Creatore ha voluto mettere alla prova i nostri primi genitori, per poi concederegli la più alta donazione: “Mangia pure liberamente del frutto d’ogni albero del giardino; ma del rutto della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché nel giorno che tu ne mangerai, per certo morrai”. (Gn 2, 16-17) .

Questo è il modo caratteristico dell’atteggiamento di Dio. Chiede una piccola rinuncia per poi dare un compenso, una infinità.

3 – L’Eucaristia, la risposta di Dio al peccato originale 

Quando Adamo ne mangiò il frutto proibito, la morte è entrata nel mondo; però, attraverso il “Pane disceso dal Cielo”, ci è stata restaurata la Vita: “Chi mangia di questo pane vivrà in eterno” (Gv 6, 51).

Il primo peccato è stato commesso da un abuso di cibo, e la salvezza eterna ne viene attraverso un altro. L’Eucaristia si presenta come una risposta da Dio al peccato originale, dando ai figli di Adamo infinitamente più di quello che avevano perso: è Dio stesso che si offre come cibo per l’uomo.

Non vi è alcuna possibilità di consegna superiore all’Eucaristia: “E il Pane che darò è la mia carne per la salvezza del mondo” (Gv 6, 51b).

Mio Dio! Io credo, adoro, spero e Ti amo! Ti chiedo perdono per coloro che non ci credono, non adorano, non sperano e non Ti amano. (Preghiera dettata dall’Angelo della Pace, ai tre pastorelli di Fatima).

Rivista degli Araldi del Vangelo, n° 92, agosto 2009, p. 11-12, Mons. João S. Clá Dias

IV – L’istituzione dell’Eucaristia durante l’Ultima Cena

“Or mentre mangiavano, Gesù prese del pane, e fatta la benedizione, lo ruppe, e dandolo ai suoi discepoli, disse: Prendete, mangiate, questo è il mio corpo. Poi, preso un calice e rese grazie, lo diede loro, dicendo: “Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue, il sangue del patto, il quale è sparso per molti per la remissione dei peccati. Io vi dico che d’ora in poi non berrò più di questo frutto della vigna, fino al giorno che lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio”. (Mt. 26:26-29)

Che altro poteva ci poteva aver dato Gesù? È diventato cibo e bevanda perché potessimo essere in grado di partecipare alla sua vita eternamente. È sceso dal più alto dei cieli assumendo la sostanza del pane e del vino per elevarci al Dio vivente.

Il sacerdote cattolico ricevé la grande gloria di poter prestare la sua laringe e le sue mani al Divin Maestro, perché sull’altare avvenga uno dei più grandi e dei più frequenti miracoli nella storia dell’umanità: la transustanziazione. Vuol dire, la sostanza del pane e del vino cedono posto alla sostanza del Corpo, del Sangue, dell’Anima e della Divinità di Nostro Signor Gesù Cristo.

Infatti, dalla nostra intelligenza, mai ci sarebbe possibile penetrare questo mistero così sacro. Nemmeno i demoni che, pur caduti, hanno una natura angelica, e quindi superiore alla nostra, sono in grado di discernere nelle specie del pane e del vino il Dio-Uomo. Solo la fede ci fa penetrare questo sacro mistero. (3)

Quando facciamo la comunione, ci assomigliamo a Maria per solo un momento, quando possediamo il Corpo, il Sangue, l’Anima e la Divinità di Gesù nelle nostre viscere.

Applicazione: In questa meditazione siamo invitati a progredire molto nell’amore all’adorazione eucaristica, all’adorazione del Santissimo Sacramento, nell’approfondimento della pietà, nella devozione a Gesù-Ostia ecc. e a prendere di questa convivenza un enorme vantaggio per la nostra vita, perché niente consola di più che l’Eucaristia. Ad esempio, preghiamo la Madonna del Santissimo Sacramento la grazia di crescere ferventemente nella devozione eucaristica, e di non perdere mai l’occasione di comunicare con tutta la fede, la speranza e l’amore.

Cuore Eucaristico di Gesù, fonte di ogni consolazione, abbi pietà di noi!

Preghiera finale: Oh Maria, tu che sei la più grande devota del Santissimo Sacramento, ardente d’amore di Dio nel tuo cuore Immacolato, invitandoci ad essere devoti dell’Eucaristia, vi preghiamo di accettare questa meditazione in riparazione al tuo saggio Cuore Immacolato. Concedici grazie su grazie e ci aiuti a capire il tesoro che possediamo, il più bello ed il più essenzialmente superiore dei sacramenti, e ci dia un ardore straordinario per l’Eucaristia, così come ne hai avuto.

Madre mia, siamo qui perché ci renda adoratori ferventi dell’Eucaristia!

Così sia!