Con la solennità di Maria Vergine Madre di Dio, che in Italia è festa di precetto, la Chiesa celebra e confessa che la Beata Vergine è veramente la Theotókos, la Madre Dio. Questo titolo fu oggetto di dibattiti infuocati nei primi anni del cristianesimo, in seguito alla fine delle persecuzioni cruente contro i cristiani. La Chiesa, forte contro le eresie, non tardò a proclamare dogmaticamente tale verità. Così avvenne nel 431 al Concilio di Efeso, per opera di San Cirillo di Alessandria, strenuo difensore della divinità di Gesù Cristo, figlio naturale di Dio, e, in conseguenza, un devoto prototipico della Madre sua, la Vergine Maria: «Se la Vergine non ha veramente partorito Dio… tutto ciò che costituisce la causa della nostra salute si riduce a nulla». Queste splendide parole dei Padri a Efeso ben descrivono e sintetizzano il colpo inferto dall’ortodossia cattolica all’errore nestoriano, che riduceva Gesù a “homo assumptus”, cioè, figlio Dio per partecipazione, come tutti gli altri uomini.

Madre di Dio di Gerusalemme

La Santa Chiesa, custode della Verità, per le labbra di Sant´Efrem, ha proclamato con chiarezza che nel seno di Maria divenne uomo colui che è uguale al Padre suo prima dei tempi. Dunque, se Gesù è realmente Dio, ne segue che Maria è veramente Madre di Dio. Ovviamente non è Madre della divinità di Gesù, ma Madre della persona. Gesù ha preso da Lei la carne e il sangue e grazie a Lei è divenuto simile agli uomini, è apparso in forma umana, come spiega luminosamente san Paolo nella lettera ai filippesi.

Maria è Madre di Dio perché ha compiuto tutte quelle funzioni che sono proprie della maternità, ossia la gestazione, il parto, la nutrizione, l’educazione. Per esprimere questo grande mistero, sant’Efrem, esimio poeta, così esclamava: “Nel seno di Maria divenne Bambino colui che è uguale al suo Padre dall’eternità; diede a noi la sua grandezza e si prese la nostra piccolezza; divenne insieme a noi mortale e mescolò in noi la sua vita perché non morissimo”.

Con l’Incarnazione e la successiva Redenzione, Gesù ci ha restituito la vera vita, la vita in pienezza che è la vita di grazia, la vita che rende partecipi della natura divina, come spiega bene il Catechismo della Chiesa Cattolica al numero 460: “Il Verbo si è fatto carne perché diventassimo partecipi della natura divina (2Pt 1,4): Infatti, questo è il motivo per cui il Verbo si è fatto uomo, e il Figlio di Dio, Figlio dell’uomo: perché l’uomo, entrando in comunione con il Verbo e ricevendo così la filiazione divina, diventasse figlio di Dio”.

Ma in che modo si è avverato tutto ciò? Grazie a chi? Tutto questo e stato realizzato perché Dio “ha guardato all’umiltà della sua serva”, e perché questa sua Serva, tanto grande proprio perché tanto umile, ha detto il suo Fiat e ha accettato volontariamente e liberamente i disegni dell’Altissimo. Dal momento in cui Cristo è stato concepito nel grembo verginale di Maria Santissima, lei diviene Madre di Dio. Sant’Elisabetta è stata la prima a chiamare la Madonna sotto questo titolo, dicendo, “A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?” (Lc 1,43). Inoltre, in molteplici occasioni nel Vangelo si parla di Maria come della “madre di Gesù” (Gv 2,1; 19,25) e questo conferma il suo ruolo e il suo titolo di Madre di Dio.

Ecco che così si svela anche il ruolo di Mediatrice che la Madonna ha accettato da Dio Padre unendosi alle disposizione del suo Figlio che appena entrato nel mondo ha detto al Padre: “Ecco io vengo per fare la tua volontà”. Maria Santissima si è fatta mediatrice di quest’offerta sacrificale che Dio ha predisposto nella sacrosanta umanità di Cristo al fine di realizzare l’opera della Redenzione.

Dio Padre, nei suoi eterni decreti, ha stabilito che Maria doveva essere eternamente la “distributrice” di tutte le grazie proprio perché portatrice e fattrice di Gesù, il Figlio di Dio, e associata in modo unico al mistero della Redenzione operatosi sulla Croce, laddove Maria col cuore trapassato dalla spada di dolore soffriva, in piedi, assistendo con suo affetto e la sua pietà, la Vittima di espiazione piacevole a Dio, cui olocausto ascendeva in cielo come profumo d´incenso di soave odore. È Lei che, come dette alla luce Gesù fisicamente, così fa nascere lo stesso Gesù spiritualmente nelle anime dei credenti. È Lei che ancora oggi, presenta a Lui le nostre preghiere affinché queste siano a Lui più gradite e accette. È ancora per Lei che la nostra vita spirituale si sviluppa e cresce fino alla perfetta conformità in Cristo.

La maternità universale di Maria

La Santissima Vergine, perché Madre è anche Mediatrice, infatti la sua azione nei nostri confronti è detta appunto “mediazione materna”. Ella può esercitare su di noi la sua protezione e mediazione perché noi siamo veri suoi figli e Lei è veramente nostra Madre. Ma quando Ella divenne nostra Madre e in che modo? Nello stesso istante in cui ha generato Gesù.

La maternità di Maria si estende inoltre a tutta l’umanità. Ai piedi della croce Gesù disse alla madre, “Donna, ecco tuo figlio” (Gv 19,26) e a San Giovanni disse, “Ecco tua madre” (Gv 19,27). Al culmine del sacrificio sulla Croce, Gesù affida Maria e Giovanni l’uno all’altro. Con questo gesto Cristo instaura una relazione familiare tra loro. Maria diviene la madre di Giovanni e lui ne divine il figlio e quindi, fratello di Gesù. Qui San Giovanni rappresenta tutti i discepoli di Cristo e così, in quanto cristiani, anche noi diveniamo i figli di Maria e partecipiamo a questo legame familiare. Attraverso l’accettazione di Maria come nostra Madre sviluppiamo anche una fiducia da figli nel suo aiuto e nella sua protezione. Proprio come bambini impariamo da lei come vivere ad imitazione di suo Figlio.

San Luca ci dice che mentre gli apostoli attendevano la discesa dello Spirito Santo “erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù…” (At 1,14). Come la Vergine Santissima era presente alla nascita del corpo fisico di Gesù, così era presente alla nascita del corpo mistico di Cristo- la Chiesa- a Pentecoste. In questo momento cruciale, Maria ancora accompagna il corpo mistico della Chiesa con la sua presenza e preghiera ed intercede per noi presso suo Figlio per sostenerci nel nostro pellegrinaggio terreno.

Plinio Corrêa de Oliveira

Nostra Signora è la prima fra le creature perché è la Madre di Dio

Con queste sapienti parole Plinio Correa de Oliveira parlava e esprimeva tutto il suo amore per la Madre di Dio Maria Santissima: “La regalità di Nostra Signora è soprannaturale per carattere, perché la Madonna è la prima e la più alta delle creature di Dio”.

“Non è la prima nell’ordine della natura, perché gli angeli sono naturalmente creature più elevate. Un angelo è puro spirito, e quindi è qualcosa di più di una creatura umana. Ma Maria è la prima creatura nell’ordine della grazia. Ha ricevuto un numero di grazie incomparabilmente maggiore degli angeli. E le grazie ricevute dagli angeli sono subordinate alle grazie ricevute dalla Madonna”.

“È anche la prima di tutte le donne. Il primo di tutti gli uomini è Nostro Signore Gesù Cristo; la prima di tutte le donne è Nostra Signora. Questo basterebbe da solo a conferirle di diritto il titolo di regina. Perché la regalità è una situazione de jure da cui scaturisce una situazione de facto. Chi è primo ha diritto di regnare e di essere servito, specialmente quando il suo regno è legato a un regno eterno che non avrà mai fine. Questo definisce la regalità di Maria”.

“Nostra Signora è la prima fra le creature perché è la Madre di Dio. Nessuna creatura ha avuto o potrà avere un’unione con la Santissima Trinità profonda come la sua. È la figlia prediletta del Padre Eterno, la madre ammirevole della Parola Incarnata, la sposa fedelissima dello Spirito Santo”.