La Chiesa oggi celebra i primi cristiani martiri che, come attesta Papa Clemente, furono trucidati nei giardini vaticani da Nerone dopo l’incendio di Roma (luglio 64). Anche lo storico romano Tacito nei suoi Annali dice: ‘alcuni ricoperti di pelle di belve furono lasciati sbranare dai cani, altri furono crocifissi, ad altri fu appiccato il fuoco al termine del giorno in modo che servissero di illuminazione notturna’. (Mess. Rom.).

Oggi nel mondo, un cristiano ogni 7 vive in un Paese di persecuzione e il numero complessivo dei cristiani perseguitati è di 300 milioni.
Ventuno Paesi sono classificati come di persecuzione: Afghanistan, Arabia Saudita, Bangladesh, Birmania, Cina, Corea del Nord, Eritrea, India, Indonesia, Iraq, Libia, Niger, Nigeria, Pakistan, Siria, Somalia, Sudan, Turkmenistan, Uzbekistan e Yemen.

Se in medio oriente e nei paesi Arabi l’odio anticristiano sfocia per lo più in azioni mirate, crudeli e sanguinarie, spesso rivendicate da pseudo gruppi jihadisti, creati, sostenuti, istruiti e armati dalle élite, in Occidente “la teatralità” degli eventi forse è meno vistosa, ma questo non significa però meno dannosa per la libertà religiosa di tanti fedeli.
Per esempio alcuni mesi fa una bufera cadde sui “dem” Barack Obama e Hillary Clinton che, nel condannare su Twitter gli attacchi in Sri Lanka, usarono l’espressione “Easter worshippers”(adoratori della Pasqua, chi ha il culto della Pasqua) invece di parlare direttamente di cristiani’. La rete giustamente li sommerse di critiche! Cosa diavolo è un adoratore della Pasqua? Un termine per evitare di usare la parola ‘cristiani’.
Quella firmata dal duo progressista Clinton – Obama non è un’improvvisata svista linguistica, ma un’operazione antica, che è tesa alla destrutturazione della civiltà occidentale per come l’abbiamo intesa noi “primitivi”, servendosi per tale obiettivo anche delle azioni violente e rivoltose di fantomatici califfati.
In sostanza, quel poco di conservatorismo rimasto va avversato e combattuto…con le buone o con le cattive! Citando il più che mai attuale Nikolaj Berdjaev, filosofo russo e dissidente anticomunista: l’ottica del conservatorismo non impedisce il movimento in avanti verso l’alto, ma impedisce il movimento all’indietro verso il basso, nell’oscurità caotica, e un ritorno a uno stato primitivo”. Chiaro no?